Iapichino, la stellina del salto in lungo: «La maturità e Tokyo: sarà un 2021 di esami»

Iapichino, la stellina del salto in lungo: «La maturità e Tokyo: sarà un 2021 di esami»
di Gianluca Cordella
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 30 Dicembre 2020, 08:00

La curiosità morbosa che ha circondato gli esordi di Larissa Iapichino era quella tipica che accompagna i primi passi dei figli che seguono le stesse orme sportive dei genitori. Ma gara dopo gara il processo di “separazione” da mamma Fiona May è diventato sempre più evidente: Larissa non è solo una “figlia di”, ma un’atleta dall’immenso talento il cui potenziale è al momento inestimabile. Lo ha dimostrato proprio quest’anno, a Savona, saltando 6,80 metri e diventando la seconda italiana di sempre nel lungo. La prima è ancora la madre. 
In famiglia balla questo primato: a casa se ne parla?
«Assolutamente no, non parliamo quasi mai di atletica. Quando siamo insieme per me è mia mamma e basta. Ma sono sicura che sarebbe felice se fossi io a superarla. Almeno il record rimane in famiglia». 
Essere la figlia di una campionessa di quel livello (ma anche di Gianni Iapichino, tre volte campione italiano di salto con l’asta), la sprona o le mette pressione?
«Sicuramente è una grande motivazione. Sapere di avere il Dna di mia mamma e di mio babbo è una spinta a migliorare sempre. Mi piace inseguire traguardi sempre più ambiziosi».
Il consiglio migliore che ha ricevuto da sua madre?
«Di essere costante, di concentrarmi sugli allenamenti ma sempre divertendomi, cosa essenziale».
E quello più prezioso che invece le è arrivato da suo padre?
«Abbiamo un piccolo segreto a livello di gestione gara. Però non lo dico per scaramanzia».
Chiederle un bilancio del 2020 è superfluo, visti i risultati. Ma c’è stato comunque un obiettivo che avrebbe voluto raggiungere e che le è sfuggito?
«Più che un traguardo mancato, mi è dispiaciuto rinunciare ai Mondiali U20 di Nairobi, slittati per via del Covid. Ci tenevo molto e spero di poter rifarmi il prossimo anno: le gare giovanili non torneranno più e mi piacerebbe godermele al massimo». 
Ha citato il Covid. Come ha vissuto questa annata? 
«Ho cercato di allenarmi il più possibile: a casa, in giardino, allo stadio quando possibile, sempre continuando la didattica a distanza. Ci sono stati momenti difficili, la mancanza fisica degli amici è stata tosta da superare. Ho trascorso il tempo leggendo libri e divorando serie tv. E, cercando un lato positivo, sono stata di più con i miei familiari».
Il bicchiere mezzo pieno. Mi vuole dire che anche questo terribile 2020 lascia qualcosa che non andrà buttato?
«Credo ci abbia insegnato la capacità di superare mentalmente un ostacolo che non dipende da noi. Io sento di essere cresciuta molto in questo periodo, sopratutto sono più consapevole e, se possibile, ancora più determinata a godermi tutte le cose belle che mi sono mancate, a partire dagli abbracci a fine gara con le mie avversarie. Ho imparato che niente può esser dato per scontato, nemmeno la campanella a scuola la mattina».
Il rinvio delle Olimpiadi per lei è un’opportunità? 
«Vista la mia età senz’altro. Posso centrare il minimo (ad appena due centimetri dal suo 6,80, ndc) o sperare di arrivare al pass attraverso il ranking. Vedremo, la strada è ancora lunga».
Quest’anno oltre alla qualificazione per Tokyo inseguirà la maturità. Quale delle due la spaventa di più?
«Non sono spaventata, ma concentrata su entrambe le mete. La maturità è molto importante sopratutto perché voglio uscire bene dal liceo per affrontare al meglio l’università. Il pass per Tokyo è anche una grande responsabilità, anche se il mio primo obiettivo agonistico sono i mondiali U20 a fine agosto». 
Studio e allenamenti: e il tempo per tutto il resto?
«Il tempo libero? Direi poco… Mi alzo alle 7, scuola fino alle 13, allenamento dalle 14 alle 17.30, poi studio, cena, un paio di telefonate e crollo. Il weekend riesco ancora a gestire amici e hobby, meno quando iniziano le gare. Messa così sembra una tragedia, ma non lo è. L’atletica è la mia passione e so che il sacrificio è alla base di tutto se si vogliono i risultati». 
Quali sono le passioni e gli hobby da incastrare? 
«Uscire con gli amici, leggere, ascoltare musica e guardare serie su Netflix. E andare a ballare, quando si potrà ricominciare a farlo». 
L’atletica sembrava vittima di un vuoto di visibilità dopo l’addio di Bolt. Si sente parte di quella Nouvelle vague – da Duplantis in poi – che sta riempiendo quel vuoto?
«Le parole di Sebastian Coe sui volti nuovi che possano portare freschezza all’atletica mondiale mi hanno onorato. Sono molto giovane e mai avrei pensato di poter essere parte di uno scenario di questo tipo, Ma è una cosa che mi gratifica molto».
Fino a poco tempo fa aveva come foto del profilo sui social la principessa Tiana: si sente come un’eroina Disney?
«Tiana mi somiglia davvero! E in fondo noi tutte diciottenni vogliamo sentirci principesse. Sono una sognatrice, forse è questa la risposta giusta».
La domanda peggiore di questi tempi: che fa per Capodanno?
«Senza possibilità di grandi festeggiamenti lo passerò in famiglia.

Sperando che presto si possa tornare alla normalità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA