FIELD PRESTIGIOSO
Traguardi che giustificano un field di alto livello. I 10 campioni major, i 96 vincitori di tornei europei, i 28 tra i primi 100 del ranking mondiali e i 26 protagonisti di Ryder Cup sono una garanzia di spettacolo. Impossibile pronosticare un vincitore, nel golf è sempre un esercizio sconsigliato. Ovvio però che ci sia chi ha in mano carte migliori. Uno di questi è naturalmente Francesco Molinari, che l’Open d’Italia l’ha già vinto due volte. «Diventare il primo italiano a imporsi in tre edizioni dell’Open d’Italia è uno dei miei grandi obiettivi. Spero di riuscirci già questa settimana». Per dare la svolta a una stagione cominciata alla grande, nella scia del 2018, ma che da quella stregata buca 12 del Masters ha invece preso la piega di una normalità di risultati che mal si addice a un campione del suo livello. Molinari lo ha ammesso senza reticenze: «La programmazione non è stata delle migliori». Gli impegni di vario genere dovuti alla celebrità raggiunta, lo hanno un po’ condizionato. «Devo ritrovare la concentrazione perduta», ripete innanzitutto a se stesso. Anche perché il calendario non concede pause. «A Tokyo 2020 sogno una medaglia, ma il prossimo anno voglio recitare un ruolo da protagonista anche alla Ryder Cup americana», dice Chicco. Molinari torna all’Olgiata 17 anni dopo il suo debutto da dilettante sullo European Tour. Allora era solo un ragazzo di belle speranze che metteva il golf in secondo piano, dietro gli studi in Economia. In quel 2002 vinceva il suo secondo Open d’Italia Ian Poulter, ma Molinari si fece subito notare con un 23° posto ricco di buoni auspici. Sarebbe diventato professionista solo 2 anni dopo. E da lì sarebbe cominciata la storia più straordinaria sin qui scritta da un golfista italiano. L’appuntamento sul tee della 10 è per le 8.30: con lui Shane Lowry, fresco vincitore dell’Open Championship, e Matt Wallace. Un trio che promette emozioni. Così come l’altra terna delle meraviglie, composta da Justin Rose, Danny Willett e Andrea Pavan, che partirà alle 13 dalla buca 1. Il primo è numero 5 al mondo e campione olimpico in carica. Il secondo è un esempio di come si possa cadere e risollevarsi. Dopo il Masters vinto nel 2016 si era smarrito. Problemi fisici sì, ma forse anche difficoltà nel gestire il successo. Poi, dopo tanto lavoro, la rinascita con la vittoria a Wentworth del Pga Championship.
OCCHIO AI LOCALI
E il terzo? Beh, Andrea Pavan, giocatore di casa e romano come Renato Paratore, sta vivendo un momento di forma eccezionale. Ha vinto anche in questa stagione sul Tour e sta mettendo insieme tanti ottimi piazzamenti. Gioca su un campo che conosce a memoria e ha trovato finalmente la continuità. Si presentano in ottima forma anche Guido Migliozzi (due successi sul Tour al debutto) ed Edoardo Molinari, che pian piano sta tornando quello di un tempo e che qui all’Olgiata, nel 2009, vinse il trofeo del Challenge Tour. Ma quest’Open rappresenta anche l’occasione per dare una energica spallata ai tanti pregiudizi che ancora imbrigliano il golf in Italia. All’Olgiata è tutto pronto per ospitare non solo gli appassionati, ma anche i curiosi e i neofiti. Le possibilità di divertimento sono infinite e sono per tutti, senza distinzione di sesso, età o abilità.
In tv: tutto il torneo sarà in diretta su Sky Sport Uno e in streaming su Golf Tv, la Rai manderà le prime tre giornate in sintesi notturna e il giro conclusivo di domenica in diretta
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