Augusta Masters, Francesco Molinari: «Su questo campo bisogna essere aggressivi»

Augusta Masters, Francesco Molinari: «Su questo campo bisogna essere aggressivi»
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Martedì 9 Aprile 2019, 19:16 - Ultimo aggiornamento: 19:18
L’aria apparentemente rilassata, un fresco taglio di capelli, maglietta bianca e nessuna sofferenza per il freddo che si prova nella enorme e bellissima sala conferenze dell’Augusta National. Per Francesco Molinari qualcosa è cambiato. Anzi: tutto è cambiato, da quando nel 2006 varcò i cancelli del più inaccessibile campo da golf del mondo nelle vesti di caddie di suo fratello Edoardo che aveva guadagnato il diritto a giocare il Masters vincendo lo Us Amateur. Francesco non era mai venuto in conferenza qui. Nel suo personale score vanta un 19° posto come miglior piazzamento. Ma ora è diverso, ora è entrato nel ristretto gruppo degli uomini da battere. E quindi da temere.

Lo presentano, snocciolando vittorie e imprese dell’ultimo anno. La vittoria nel Pga a Wentworth, la prima volta sul Tour americano nel Quicken Loans, l’Open Championship (evento storico per lo sport italiano), l’Arnold Palmer, i secondi posti (Open d’Italia compreso) e il capolavoro della Ryder Cup di Parigi, dove, con 5 vittorie su 5 match giocati, ha trascinato l’Europa alla vittoria e ha riscritto la storia. Uno così non passa più inosservato. «Sì – ammette – è stato davvero un anno generoso di soddisfazioni per me. Ma è frutto del caso. Dietro c’è il duro lavoro degli ultimi anni. Ho appreso da tutti i coach che mi hanno assistito e che mi seguono tuttora. Ho perfezionato tutti i settori del mio gioco e non ho trascurato l’aspetto mentale. Oggi, il lavoro fatto e l’esperienza accumulata devono rappresentare la spinta per fare sempre meglio».

La curiosità dei giornalisti di ogni parte del mondo lo spingono a ripercorre i momenti salienti della sua carriera. E Francesco non dimentica di rendere omaggio a Costantino Rocca, il modello che lo ha spinto a crederci, provare, lottare. «Costantino – dice – è stato un esempio per i ragazzi della mia generazione. Così come, spero, possa esserlo io per i più giovani. Ho gioito quando nel ‘95 a St. Andrews ha conquistato il play off contro John Daly con quell’incredibile putt. Poi la sconfitta mi ha fatto soffrire, ma non ha scalfito l’ammirazione per il grande campione».

La pioggia sta mettendo a dura prova l’organizzazione. Oggi niente giro di pratica per preservare quanto più possibile il campo. Per le decine di migliaia di spettatori che erano riusciti a conquistare un biglietto è stata una grande delusione. Era incredibile vedere quanta gente ci fosse sin dalle prime ore del mattino nonostante la pioggia non desse tregua. Il fascino del Masters è unico e vale qualunque sacrificio. La chiusura del campo ha imposto ai giocatori cambi di strategia in fase preparatoria. Il percorso sarà decisamente più morbido rispetto agli standard abituali e i green non saranno le lastre di ghiaccio che conosciamo. Francesco ha finora provato le prime nove del percorso e ha avuto modo di sperimentare la buca 5 che è stata allungata di 40 yards, 36 metri circa. «Il tee shot sostanzialmente non cambia – spiega -. A risultare più complicato è il colpo al green. In prova, con un po’ di vento contro, ho dovuto prendere dalla sacca il ferro 4 al posto del 7 che usavo in passato. Ma ciò rispecchia fedelmente lo spirito dell’Augusta National. Su questo campo bisogna essere aggressivi, giocare in difesa non paga. Se col primo colpo finisci in un brutto posto devi rassegnarti a prendere la medicina e rimettere la palla in fairway, ma è sempre il colpo al green il più importante. La vera avventura comincia lì. E non bisogna aver paura». Di certo a lui non tremano le gambe. Le doti tecniche sono indiscusse, l’esperienza americana lo ha fatto crescere ulteriormente. Giovedì si alzerà il sipario sul Masters 2019. Francesco Molinari scenderà in campo alle 13.16 locali, le 18.16 italiane. Con lui due europei: lo spagnolo Rafa Cabrera Bello e l’inglese Tyrrel Hatton. Poco prima, alle 17.04 italiane, sarà la volta di Tiger Woods, in campo con il cinese Haotong Li e lo spagnolo Jon Rahm. C’è una giacca verde che aspetta di essere indossata.




 
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