Da Fabbri a Tamberi: dopo il Golden Gala l'Italia olimpica ci crede di più

Da Fabbri a Tamberi: dopo il Golden Gala l'Italia olimpica ci crede di più
di Gianluca Cordella
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Venerdì 11 Giugno 2021, 00:50

dal nostro inviato FIRENZE Tokyo, in fin dei conti, non è così lontana. Temporalmente, certo, ma non solo. A volte anche se getti un peso ti sembra di vederlo volare così lontano da atterrare nella terra del sogno. O, se salti, hai l’impressione quasi quasi di arrivarci direttamente. Le stelle dell’atletica azzurra, che ieri sera si sono ritrovate per il Golden Gala “Pietro Mennea”, all’Asics Firenze Marathon Stadium hanno confermato che questo potrebbe essere l’anno buono per tornare dalle Olimpiadi con qualche medaglia. 

LEONARDO SHOW
Se l’urlo di Chen terrorizzava l’Occidente, quello di Leonardo Fabbri magari non metterà paura all’Oriente ma da quelle parti ieri sera si è sentito con certezza. Fiorentino di Bagno a Ripoli, questione di metri dal Ridolfi teatro di gara, il gigante azzurro del getto del peso tira fuori una prestazione sontuosa che non vale la vittoria solo per il regolamento della manifestazione che, dopo i primi tentativi, prevede una mini final three sul lancio secco che non tiene conto di quelli precedenti. L’allievo di Paolone Dal Soglio, galvanizzato dal tifo della sua gente, apre con 20,97, portato subito a un considerevole 21,71 che resterà la migliore misura della serata. Poi, nella finale a tre, pesca il peggior lancio della sua gara e consegna la vittoria all’ex campione del mondo, il neozelandese Thomas Walsh, che si ferma a 21,47. 

GIMBO RISPONDE
Ci si chiedeva come stesse Gianmarco Tamberi dopo il forfait in Coppa Europa per l’infortunio muscolare che aveva creato qualche preoccupazione. Bene. Gimbo sta bene. In una gara dal tasso tecnico elevatissimo, chiude al terzo posto saltando 2,33, appena a ridosso delle misure segnate nel suo più che positivo inverno. Galvanizzato dai mille dei Ridolfi, Gimbo dà vita al suo solito show adrenalinico, che conferma la forma anche a livello emotivo. Alla fine esulta il primatista stagionale Ivanyuk ma conta poco: loro due, insieme con Starc, Protsenko, Barshim (ieri quinto) e Nedasekau si giocheranno le medaglie olimpiche. Medaglie cui punterà senza pressione anche Larissa Iapichino, l’altra beniamina di casa che però non trae beneficio dal tifo.

Sotto gli occhi di mamma Fiona May, la giovane lunghista azzurra centra 6,45 al primo salto e sembra che la serata sia di quelle importanti, ma quella resta la sua migliore misura. Decisiva la maturità di mercoledì prossimo, Larissa ammette di aver passato più tempo sui libri che in pedana. Giusto così: c’è tempo per tutto. Bravi anche Davide Re, secondo nei 400 alle spalle del colombiano Zambrano, e il romano Ahmed Abdelwahed, quarto con primato personale nei 3000 siepi vinti da El Bakkali con il World Lead. 

GLI ALTRI
I fuochi d’artificio sono arrivati nella gara più attesa, i 5.000 dove si attendeva il guizzo del primatista mondiale Joshua Cheptegei. A mettere tutti in fila è invece il ventenne Jakob Ingebrigtsen che in un colpo solo centra il primato personale, della manifestazione ed europeo (cade dopo 21 anni il 12:49.71 del belga Mohammed Mourhit). Il suo tempo: 12:48.45. Nono Yemen Crippa. Pazzeschi anche i 1500 con Sifan Hassan che dopo aver sgretolato il mondiale dei 10.000 (riabbassato appena due giorni dopo dall’etiope Gidey) cancella anche il record del Golden Gala nei 1500: (3:53.62), migliore prestazione mondiale stagionale. Nella stessa gara turbinio di emozioni per Gaia Sabbatini. Nel giorno del suo 22° compleanno l’azzurra ferma il cronometro a 4:04.23, suo primato personale, di appena 3 centesimi superiore al crono che l’avrebbe spedita a Tokyo. E scoppia a piangere. Record della manifestazione anche nei 200 donne, con Dina Asher Smith (22.06) Delude la primatista italiana dell’asta Roberta Bruni, fuori a 4,31. Senza clamore i 100 orfani di Marcell Jacobs: Simbine vince in 10.08.

Jakob Ingebrigtsen festeggia vittoria e record europeo (foto LAPRESSE)
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