La campionessa di kickboxing, Gloria Peritore: «Adesso riparto dal pugilato»

L'atleta combatterà il 24 marzo a Milano: «Sogno di vincere ancora un titolo»

La campionessa di kickboxing, Gloria Peritore: «Adesso riparto dal pugilato»
di Marco Pasqua
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Mercoledì 8 Febbraio 2023, 16:24 - Ultimo aggiornamento: 16:27

Spesso è difficile per un fighter, soprattutto di lungo corso, trovare ogni giorno la determinazione per salire (e vincere) su un ring. E questo accade ancora più frequentemente con chi è salito sui podi più alti nella sua disciplina. E' il caso di Gloria Peritore, stella della kickboxing, che è riuscita a portare a casa titoli italiani e internazionali (nello specifico i mondiali Iska e Wku) e che adesso, a 34 anni, decide di misurarsi su un altro ring: quello della boxe. Una scelta dettata, appunto, dall'esigenza di trovare nuovi stimoli e, in fondo, di coronare un sogno.
Perché a 34 anni decide di andare oltre la kickbobxing?
«Intanto chiariamo che non abbandono la kick, ma continuerò ad allenarmi con il Raini Clan. Semplicemente questo era un desiderio che coltivavo da tempo e la OPI Since 82 mi ha dato la possibilità di far parte della card di una loro serata milanese, in programma per il 24 marzo all'Allianz Cloud. Comunque, tanti anni fa, ho disputato due match di pugilato, ma da allora non avevo più avuto la possibilità di approfondire questo sport».
Torniamo alla kick. Un amore che inizia quando lei ha 18 anni.
«Ero a Firenze e mi sono avvicinata a questo sport dopo una serie di esperienze personali negative: mi ha cambiata molto, non solo a livello fisico, anche mentale».


Come dicevamo, ha vinto molti titoli nella kick. Merito anche del suo compagno, Manuele Raini, che la allena all'Eur. E lui come ha preso la decisione di cambiare ring?
«Lui è d'accordo con me, ci mancherebbe. Mi ha sostenuta e incoraggiata. Comunque, continuerò ad allenarmi con lui. Per la boxe, invece, mi sono affidata al maestro Giovanni Cozzupoli».
Lei ha 34 anni. Molti fighter hanno già smesso di rischiare la vita. Cosa la spinge ad andare avanti?
«Un atleta sa quando è arrivato il momento di smettere. Ma altrimenti c'è una componente che ti spinge a volere di più, a trovare nuove sfide. Ecco, il mio passaggio alla boxe è determinato proprio da questo desiderio di raggiungere altri obiettivi: non combatto solo per i titoli».
Sì, però a Milano, non va per perdere. Se pensa ad un risultato nel medio termine, qual è?
«Vorrei chiudere la mia carriera con un altro titolo nel mondo della boxe. E, soprattutto, voglio continuare a divertimi».
Lei si allena nella palestra di un altro campione del mondo di kick, Mattia Faraoni. Anche lui fighter versatile. Quanto l'ha ispirata?
«E' stata la prima persona con la quale ho parlato della mia scelta di cambiare disciplina. Per me è stato fonte di ispirazione».
Dal Bellator ad Oktagon, ha preso parte agli eventi più importanti di settore ma, soprattutto, ha lanciato un progetto che vuole promuovere gli sport da combattimento.
«Sì, sono la mamma di The Shadow project: vogliamo spiegare alle persone quanto questi sport siano importanti per rafforzarsi, anche mentalmente. Siamo di fronte a discipline che ci insegnano a spostare sempre più in là i nostri limiti. E, sempre con questo progetto, abbiamo creato uno sportello di ascolto per chi ha subito delle violenze».
Le donne sul ring, sono ancora un argomento tabù?
«No, sempre di meno. Ma anche con la mia attività fuori dal ring, voglio far capire alle donne che hanno la possibilità di essere più forti».
Fuori dal ring cosa c'è?
«Considerando che mi alleno due volte al giorno e che gestisco questo progetto, mi rimane poco tempo libero. A breve, poi, lancerò una società che gestirà gli atleti, a 360 gradi».
In che categoria combatterà?
«Quasi sicuramente quella dei pesi gallo.

Il mio maestro e il mio manager, Alessandro Cherchi, stanno scegliendo l'avversaria. Sarà una notte di grande spettacolo».

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