Ginnastica, Vanessa Ferrari ed Enrico Casella: «Siamo vicini alle atlete e zero tolleranza sugli abusi. Proteggiamo questo bellissimo sport»

Ginnastica, Vanessa Ferrari ed Enrico Casella: «Siamo vicini alle atlete e zero tolleranza sugli abusi. Proteggiamo questo bellissimo sport»
di Sergio Arcobelli
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Venerdì 11 Novembre 2022, 15:46

Sono giorni complessi per il mondo della ginnastica, scossa dalle numerose accuse di pressioni psicologiche di diverse atlete, in particolare della ritmica. Sul fronte dell’artistica si è aperta la solidarietà di alcune colleghe, fra queste Vanessa Ferrari, campionessa mondiale nel 2006 (non ancora 16enne) e vicecampionessa olimpica a Tokyo 2020, che nella sua biografia aveva rivelato di aver sofferto di problemi alimentari e di essersi sottoposta a delle cure, supportata da tecnici e Federazione.

Qui è possibile leggere il suo post, comparso sul proprio profilo Instagram l’altro ieri alla vigilia del compleanno della straordinaria atleta bresciana. “Penso sia arrivato il momento di esprimere il mio pensiero sui recenti avvenimenti… Ho rifiutato interviste per evitare strumentalizzazioni delle mie parole. Quando sono comparse le prime notizie sulle denunce, da parte dei ginnasti di Ritmica e Aerobica, non sono rimasta affatto sorpresa... Anzi, anni fa scrissi un libro nel quale parlai anche di alcuni di questi aspetti. All'alba dei 32 anni, di cui 25 passati nel mondo della ginnastica, voglio dire che ho vissuto tante esperienze positive ma anche tante negative. Durante la mia carriera fortunatamente però ho vissuto anche qualche cambiamento nel mio ambiente e mi spiace che ancora oggi ci siano luoghi dove si verificano questi orrori. Conosco perfettamente questi aspetti, l'ho detto più volte, come tanti altri ho vissuto sulla mia pelle i problemi alimentari e all'età di 19 anni mi mandarono in una clinica a Verona e grazie al supporto di esperti e dopo un paio di anni di percorso sono riuscita a guarire. Quindi invito chiunque ne soffra a farsi aiutare perché è davvero fondamentale”.

E ancora: “Ho avuto modo di confrontarmi anche con il pensiero di altri ginnasti ed ex ginnasti e spero che finalmente si possa intervenire definitivamente affinché la ginnastica, lo sport che amiamo, senza distinzione di sezioni o di livello sia pulito. Crediamo a quello che è stato denunciato e siamo vicini a tutti voi, lo sport è fatto di sacrifici e di rinunce ma prima di tutto, prima di qualsiasi risultato, vengono le persone e la loro salute. Quindi faccio appello all'umanità delle persone perché penso che debba esserci un confine netto tra severità in ottica di disciplina e cattiveria. Detto ciò non sto cercando colpevoli e probabilmente nel profondo le persone non cambieranno mai, ma parlandone costantemente e denunciando tempestivamente spero che si possa far ragionare chi commette queste azioni e scegliere il modo migliore di agire. Concludo invitando a non demonizzare la ginnastica, non è prendendo le distanze da un ambiente che le cose cambiano, perché la ginnastica è un mondo magnifico benché complesso, quindi non rendiamolo ancora più difficile, sta a noi il compito di proteggerlo”.

Dopo il lungo post di Vanessa Ferrari, nella giornata di oggi ha parlato anche Enrico Casella​, direttore tecnico della Nazionale Italiana femminile nonché storico allenatore della Ferrari. Il 65enne allenatore bresciano ha espresso la propria opinione: “Condivido appieno le parole di Vanessa Ferrari. Le sono stato vicino per 25 anni. Penso che sia un’atleta fuoriclasse, ma soprattutto una persona eccezionale. Ho avuto la fortuna di poterla conoscere a fondo e di starle accanto in prima persona per molti anni, sia quando vinceva sia quando invece si è trovata ad attraversare momenti difficili”.

Casella ha proseguito: “La ringrazio per aver ricordato che anche la Federazione le è stata vicino in questi periodi, fornendole tutto il supporto necessario e affiancandole specialisti dedicati e portandola infine a conquistare la medaglia d’argento a Tokyo. È doveroso sottolineare che il metodo di allenamento è profondamente cambiato negli ultimi anni e io stesso ho personalmente contribuito a modificare tutti quegli atteggiamenti che consideravo sbagliati. Per gli atleti di alto livello, il sacrificio è parte integrante della disciplina, ma abusi e insulti non possono essere tollerati né tantomeno accettati. La bilancia non può essere strumento di vessazione e singoli comportamenti sbagliati devono essere perseguiti con il massimo rigore. Questo sport è sano e bellissimo, e per questo va protetto”.

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