«Fiera di essere italiana. La politica? Non so, io penso solo agli Europei»

«Fiera di essere italiana. La politica? Non so, io penso solo agli Europei»
di Mario Nicoliello
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Martedì 3 Luglio 2018, 07:52
Per la grinta sfoderata in gara si è meritata il soprannome di Panterita. Perché lei, Libania Grenot da Santiago di Cuba, italiana per matrimonio dal 2008, non è una quattrocentista qualsiasi, ma la due volte campionessa d'Europa del giro di pista.

Con le sue unghie ha graffiato le avversarie e acciuffato l'oro continentale a Zurigo 2014 e Amsterdam 2016. Così ha fatto anche sabato sera a Tarragona, quando in quarta frazione ha sublimato nell'oro la 4x400 tricolore ai Giochi del Mediterraneo.
«Sono contenta per il successo, ma nello stesso tempo concentrata sugli Europei», aveva dichiarato al termine della prova sull'anello catalano, ignara di quanto sarebbe accaduto da lì a poco. Di quel polverone scatenatosi sui Social, dopo che Roberto Saviano aveva definito il quartetto italiano (insieme a Grenot hanno gareggiato Maria Benedicta Chigbolu, romana di papà nigeriano, Ayomide Folorunso di origini nigeriane e Raphaela Lukudu, nata ad Aversa da genitori sudanesi) come la «risposta italiana a Pontida».

IL CHIODO FISSO
A 48 ore dal successo Libania torna sulla competizione e sul dopogara: «Sono molto felice per l'oro vinto in Spagna, perché con questi successi l'atletica tiene alto il nome dell'Italia. Per me è un onore vestire la maglia azzurra, perché sono fiera e orgogliosa di rappresentare il nostro Paese all'estero. Quando vinco un oro per la nazione di cui mi sento parte penso che sia sempre una notizia bellissima». Insomma, la trentaquattrenne Grenot alza la voce per urlare ai quattro venti «mi sento italiana al 100 per cento» e, quando le si chiede di analizzare i commenti scaturiti dopo la vittoria della staffetta, taglia corto: «Non è la prima volta che vinciamo, è già successo negli anni passati e nella mia vita non è cambiato nulla. Non mi interessa la composizione della staffetta, quello che conta è correre bene, cercare di vincere e portare in alto il nome dell'Italia».

Eppure stavolta è stato diverso, perché l'immagine delle quattro ragazze esultanti avvolte nel tricolore ha travalicato i confini del mondo sportivo: «Non voglio parlare di politica, ma preferisco restare concentrata sui miei allenamenti, visto che la stagione è ancora lunga e il grande appuntamento si sta avvicinando».

Nella testa di Libania c'è un chiodo fisso: la rassegna continentale di Berlino in agenda ad agosto. Al termine della quale la primatista italiana dei 400 metri non esclude un colloquio con Matteo Salvini: «Se vuole incontrarmi bene, ma solo dopo gli Europei. Adesso ho tempo solo per gli allenamenti». Sgobbare in pista e in palestra disinteressandosi delle polemiche, perché, come ha postato di recente su Facebook, per lei «la vera felicità nasce dalla gioia di compiere gesta di valore, dall'entusiasmo di creare cose nuove». Datele un tricolore e sarà fiera di sventolarlo sul gradino più alto del podio.
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