Fabio Aru: «Correrò questa Vuelta senza pressioni»

Fabio Aru: «Correrò questa Vuelta senza pressioni»
di Francesca Monzone
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Venerdì 24 Agosto 2018, 18:27

Fabio Aru è tornato. Il campione di Villacidro dopo un Giro d’Italia da dimenticare, con troppe cose che non sono andate per il verso giusto e che si è concluso con il ritiro prima del termine della corsa, vuole dimostrare di essere lo stesso campione che nel 2015 è entrato a Madrid con la maglia rossa del trionfatore della Vuelta di Spagna.
«Sono venuto a questa Vuelta senza troppe pressioni – ha detto sorridente il cavaliere dei Quattro Mori – Non è l’ultimo appuntamento di questa stagione, sono qui per far bene in attesa tra poche settimane di altre gare importanti». Aru al Giro d’Italia non è riuscito a trovare la forma giusta. La determinazione e il senso del sacrificio,  non erano riusciti a prevalere. «Al Giro non stavo benissimo, c’è stato un insieme di situazioni che non hanno funzionato. Non mi sento di fare bilanci per il momento – ha chiarito Fabio - ci sono ancora corse di rilievo prima di finire il 2018: la stagione non è finita».
Tante sono le speranze riposte dal sardo in questa corsa spagnola e proprio per questo Aru ha lavorato con grande caparbietà. «Arrivo in Spagna dopo aver svolto un ottimo lavoro tra il Tour di Wallonie e il Tour de Pologne – ha aggiunto - Ho lavorato su salite brevi e difficili che mi sono servite per migliorare la condizione considerando anche che sono quelle meno adatte alle mie caratteristiche».
Saranno in tanti a volersi aggiudicare la maglia rossa di leader, ma il capitano della UAE è tranquillo: sa di star bene. «Il livello quest’anno è molto alto. Rispetto ad altri corridori dovrò aspettare qualche giorno per vedere come sarà davvero la mia condizione anche se le sensazioni sono positive».
Il percorso piace molto ad Aru: lo considera difficile e adatto a scalatori forti. «Il tracciato della Vuelta è molto impegnativo, e lo è già dalla seconda tappa quando ci sarà da affrontare un GPM di terza categoria. Potrebbero verificarsi subito i primi distacchi. Conosco bene la maggior parte delle salite che affronteremo e che rendono questa corsa particolarmente insidiosa. Per vincere occorre essere costanti nel ritmo dal primo all’ultimo giorno».
 
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