Europei, doppietta azzurra nei 100 farfalla: Rivolta è oro, Codia argento. Quadarella bronzo negli 800

Europei, doppietta azzurra nei 100 farfalla: Rivolta è oro, Codia argento. Quadarella bronzo negli 800
di Piero Mei
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Giovedì 14 Dicembre 2017, 18:42 - Ultimo aggiornamento: 19:47
Un’Italia di delfini, o di farfalle (farfalloni nel caso) come si vuole chiamare lo stile che ha visto, agli Europei di nuoto in vasca corta a Copenaghen, primo Matteo Rivolta e secondo Piero Codia, in una inedita, fin qui, doppietta azzurra. E’ il momento più bello dell’Italia il secondo giorno di questi campionati, che portano anche il bronzo di Simona Quadarella negli 800, la sventurata partenza di Simone Sabbioni nella staffetta del mischione, due uomini, due donne e quattro stili, Federica Pellegrini qualificata per la finale dei 100 di domani e Paltrinieri per quella dei 1500.

L'INSODDISFATTO MATTEO
«La medaglia sì, ma la prestazione doveva essere migliore» è il commento a caldo di Matteo Rivolta che a ventisei anni vince la sua prima medaglia d’oro internazionale ma il cronometro lì per lì non lo lascia soddisfatto: «MI aspettavo di meglio». Meglio dell’oro? «No, il tempo». Matteo chiude in 49.93, e precede di tre centesimi Piero Codia che nuotava in corsia uno (Rivolta in quattro) e «non ho visto niente, solo quello vicino a me: sentivo di andare veloce ma non mi rendevo conto della posizione».

Piero è subito felice, Matteo lo diventerà dopo aver preso la medaglia, aver sentito i Fratelli d’Italia suonare per lui e l’amico Piero. «Sarò egoista, ma la dedica è prima di tutto per me, per le fatiche che ho fatto». Poi anche per l’allenatore Nozzolillo ed i signori Rivolta in tribuna a trepidare per lui. Insieme i due delfinisti dicono: è solo l’inizio, avremo i 50 e i 200.

QUADARELLA DI BRONZO
La tedesca Kohler scappa subito negli 800 e prende un discreto margine alla Kapas ed a Simona Quadarella; che poi, terza confesserà la sua soddisfazione per la medaglia e l’anno felice 2017. «Ho visto che non potevo raggiungerla ed ho difeso la medaglia. Ora i 400».

RICORSO D’ITALIA
Clamoroso nella staffetta misti mista: il dorsista Sabbioni spinge sulla barra che regge i piedi della prima partenza a dorso e il “device”, così chiamano il rotolo che è una specie di quello che si mette antispiffero, si srotola e cade insieme ai piedi di Simone che così perde almeno un paio di secondi. Quelli che, a conti fatti, avrebbero potuto portare all’oro la doppia coppia azzurra composta da Sabbioni, Scozzoli, la Di Liddo e la Ferraioli. Probabile un ricorso, probabile che ci sia poco da fare, tranne che arrendersi alla tecnologica sfortuna.

FEDERICA C’E’
«Per la medaglia ci vorrebbe uno strano miracolo» ha detto la sorridente e platinata Federica Pellegrini: intanto nella finale di domanisarà in acqua nei 100 stile libero. Il suo 52.85 è il settimo tesmpo del ranking che le consente di andare subito sui blocchi di partenza della sua nuova gara, quella della velocità. «Sono contenta, sarà una finale molto divertente; ci sono le più forti del mondo, a parte due australiane e un’americana». La mattina era stata non lodevole per la Pellegrini: «Ho gareggiato su Ranomi Kromowidjojo, pensavo andasse più veloce» ha detto Federica, che nella nuova competizione non ha ancora le certezze che aveva nei 200, quando costruiva la gara su se stessa e adesso deve trovare nuovi punti di riferimento. La lista di partenza vede la più veloce Charlotte Bonnet, francese, la sola sotto i 52 secondi (51.71) e poi, nell’ordine, Blume, Hemskeerk, Wattel, Kromowidjojo, Sjostroem e la russa Nasretdinova dopo la Pellegrini. Erika Ferraioli decimo tempo, 53.47, e seconda riserva.

COME SI BATTE KOLESNIKOV?
<Come si batte Kolesnikov? Mi sa che non si batte» dice Simone Sabbioni fresco del secondo tempo (50.26) per la finale di domani nei 100 dorso. Platinato come la Pellegrini, si allena a Verona anche lui, certo però non s’arrende sul blocco di partenza: «Ci proviamo, dài» sorride. «Ma quello è lungo, snello e nuiota bene: fin qui non c’eravamo mai beccati». Kliment Kolesnikov, uno dei russi strepitosi, è un billennial, nato nel 2000 ed ha già vinto l’oro nei 200 ed è stato primo frazionista nella staffetta stile libero russa. Contro ogni regola dell’antipeso e antiresistenza, nuota con un ciondolo e una lunga collana che si fa pendere sulle spalle. Simone dice anche che si aspettava di fare meglio: «Devo aver fatto qualche sbavatura tecnica». Non sa ancora della sfortuna tecnologica che lo aspetta.

LA TESTA GIUSTA
Dopo tutte quelle ragazze e quei ragazzi che ci hanno riempito di ”l’obiettivo era essere qui”, ”sono contento/a di esserci” e così via rassegnandosi alla semimediocrità, finalmente si scopre Fabio Lombini: nei 200 stile non va al suo meglio, ma lo avvicina molto, ha solo 19 anni e non si accontenta davvero d’aver nuotato una finale: «Volevo fare di più, ho qualche rimorso; tutto bello, ambiente, squadra eccetera, però mi aspettavo un risultato migliore; la finale è bella ma il rammarico c’è». Viva la faccia dello sportivo che non ci sta; «Non sono venuto qui per presenza, non sono soddisfatto». Il suo tempo è di 1:45.05. Vince il lituano Rapsys, 1:40.85, a lungo sotto il primato del mondo di Biedermann, che però, anche grazie al costumone gommato, in finale accendeva il turbo ed è ancora iraggiungibile.

Ancora un bel ragionamento da parte della diciottenne Ilaria Cusinato, che ora si allena a Ostia, «posto fantastico, non mi manca mai nulla», ringrazia federazione e allenatore che è Stefano Morini, la quale non va in finale nei 100 misti ma fa il suo personale, 1:00.38, «di poco ma è sempre qualcosa» e che commenta: «Devo dare la maturità e metto la scuola al primo posto: per studiare mi alleno una volta al giorno». Come dire: quando saranno due... E, quanto allo studio, si prepara a parlare cinese e portoghese, una ragazza moderna.

LA LUNGA MATTINA DI GREG
Paltrinieri è tornato in vasca stamattina per la batteria dei “suoi” 1500, la gara nella quale è campione di tutto e che ama di più: si è qualificato con il terzo tempo per la finale di domani, 14:34.81 (3:51.47 ai 400, 7:44.85 agli 800, 11:39.10 ai 1200). «Era tanto che non gareggiavo i 1500, soprattutto in vasca corta e dovevo ritrovare certe sensazioni. Devo dire che è andata abbastanza bene. Forse non ho provato le sensazioni migliori ma questo è dovuto a tante cose, come quella di aver cambiato il tipo di allenamento negli ultimi mesi. Vediamo domani in finale, sarà una bella battaglia» ha detto Greg. Paltrinieri è andato subito in testa, poi, dopo un terzo di gara, ecco l’ucraino Romanchuk e il francese Joly, che si sarebbero piazzati nell’ordine in 14:47.21 e 14:34.47. Alle 18.31 di domani le risposte dalla finale che il nuovo Greg, un po’ australiano, un po’ da acque libere, si aspetta in vista della stagione 2018 nella quale, oltre alle prove del fondo vero, ha nel mirino gli europei di vasca lunga a Glasgow. Se ne comincerà a sapere di più.

Risultati e programma sul sito www.federnuoto.it
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