Europei in vasca corta: tre medaglie per Lamberti, il figlio d'arte, oro per Carraro e argento per Quadarella, Greg va in finale. Il resoconto del secondo giorno a Kazan

Europei in vasca corta: tre medaglie per Lamberti, il figlio d'arte, oro per Carraro e argento per Quadarella, Greg va in finale. Il resoconto del secondo giorno a Kazan
di Piero Mei
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Mercoledì 3 Novembre 2021, 19:43 - Ultimo aggiornamento: 20:04

Sostiene Michele che in casa «di nuoto si parla poco»; sostiene il papà Giorgio che «di medaglie in casa non ce ne sono: le mie le ho lasciate tutte a casa di mamma, che adesso non c’è più». È probabile che quando finiranno gli Europei in vasca corta e Michele tornerà nella casa di Brescia da Kazan, di nuoto si parlerà parecchio e di medaglie ce ne saranno nella stanza del figlio: Michele Lamberti, nel giorno del suo compleanno numero 21, al debutto nella nazionale maggiore di nuoto, ne ha messe in fila e al collo.

Eppure anche del passato avrebbero di che raccontare: perché Giorgio è stato primatista e campione del mondo, oltre a svariate altre preziosissime medaglie europee e la mamma, Tanya Vannini, ha dominato il mezzofondo veloce nel nuoto azzurro nell’era pre-Pellegrini. In più la coppia allena Michele: «Io monitoro, guardo programmi, è Tanya che va a bordo vasca, è lei che allena», dice con fairplay e bella cavalleria Giorgio.

Magari i due genitori ci sono rimasti male perché Michele, che è il secondogenito, anziché lo stile libero che fu loro ha scelto altri modi di nuotare: il dorso, che gli riesce magnificamente (un saggio esagera: «Mi ricorda Roland Matthes», che era il sughero della Ddr ritenuto il più stiloso oltre che il più efficace di sempre nella specialità), e il delfino che, dice, «è quello che preferisco».

Almeno gli altri due Lamberti li hanno accontentati: Matteo, che è del 1999, è un fondista alla corte del “Moro” mentre Noemi, classe 2004, è agli ordini di mamma e papà e promette bene anche lei.

TEMPO DI RECORD E MEDAGLIE. «Erano meravigliati», ha raccontato Michele che nel giorno d’apertura ieri a Kazan ha stabilito per due volte il record italiano nei 50 dorso in vasca corta guadagnandosi la finale di oggi: «Del resto ero meravigliato anche io». Oggi ci saranno state meno meraviglie in casa e in vasca quando, nella finale, Michele ha stabilito ancora il record italiano 22.65 finendo a ridosso di quel fenomeno nuotante che è il russo Kliment Kolesnikov, che ha il vezzo di nuotare con la catenina al collo e la croce ortoodossa che gli dondola sulla schiena.

Non era finita per Michele né per le sue meraviglie. Quaranta minuti dopo, appena sceso dal podio del dorso, era sui blocchi per la finale del suo delfino. Qui gli sfuggiva il record italiano, ma faceva il suo personale (49,79, prima volta sotto i 50 secondi) e, se vinceva l’ungherese Szabo, Michele si prendeva il secondo argento di compleanno e precedeva un altro fenomeno, l’ungherese Milak.

E mica era finita!

VAI COL MONDIALE. Serafico, tranquillo, splendido, Michele aveva un altro appuntamento, che poteva sembrare più astruso del cinese che è la lingua che studia alla Cattolica di Brescia. Era il primo staffettista della 4x50 mista azzurra che si presentava rivoluzionata alla finale: Lamberti dorsista, Martinenghi ranista, Orsi delfinista, Zazzeri stileliberista (Mora, Poggio, Ceccon e Deplano erano stati i qualificati del mattino). Sempre con Kolesnikov a fianco, Michele si tuffava da par suo, non stancato né appesantito dalle due medaglie da mettere in casa. Il suo crono, 22.62, che era record italiano, il quarto in due giorni e quattro gare, dava il via all’impresa, Kolesnikov toccava avanti ma chisseneimporta; Martinenghi portava l’Italia a toccare per prima (25.14 la rana lanciata), Orsi teneva botta (22.17 il suo delfino) e Zazzeri comletava il capolavoro, del resto è un artista, con il 20.21 nello stile libero. Il totale dei quattro moschettieri d’acqua clorata era di 1:30.14, record del mondo! Da quattro anni era della Russia, 1:30.44.

PAROLE DA CAMPIONE. Dopo la prima medaglia ha detto Michele: «Sono emozionatissimo; tra una gara e la’ltra arrivavano messaggi; non riesco a capire cosa ho realizzato. Il mio cognome un peso? No, so cosa rappresenta nel nuoto e portarlo è un onore. Non sono proprio un velocista, e per 100 e 200 è un bel viatico».

Dopo la seconda: «Questa è più inaspettata di quella di prima. Ma ho avuto più tempo per recuperare rispetto alle semifinali e l’ho fatto. E poi mi aspettano tante altre gare in questi campionati. Ma sono giovane, e di energie ne ho parecchie».

Ne aveva, come dimostrò la staffetta. «Poi i 100 delfino sono gara olimpica», ha sorriso. Pensava a Parigi 2024 e alle Olimpiadi mai state generose con papà e mamma. Ha in mente la vendetta?

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MARTINA E SIMONA. Medaglie a pioggia per l’Italia: l’oro della staffetta di Michele e compagni ha fatto rima con quello di Martina Carraro nei 100 rana, i due suoi argenti con quello di Simona Quadarella negli 800. Martina non è solo una rana: quando gareggia è una “belva”, in senso buono. Aggredisce l’acqua, la fa sua, la domina: se sei con lei negli ultimi metri stati sicuro che tocca prima lei. Così ha fatto in 1:04.41, mentre Arianna Castiglioni è stata solo quinta.

Simona s’è dovuta arrendere a una furia russa: Anastasia Kirchikpnova si è tuffata come se fossero 50 metri o tutt’al più 100; ma erano 800, ha tenuto il ritmo ed ha vinto in 8:04.65, non alla portata della Quadarella d’oggidì che ha chiuso in 8.10.54: “Nulla da dire, non vado mai forte in questo periodo, il tempo è buono, sapevo che la russa era imbattibile. Ma non pensiamoci: adesso sotto con 400 e 1500 e la stagione è lunga, piena di impegni delicati e significativi”. Mondiali sì, ma specie uno in casa, Roma 2022, Europei d’agosto in vasca lunga.

E SE DOMANI… Buone sensazioni per i qualificati alle finali di domani. Martinenghi e Scozzoli nei 100 ranza, Margherita Panziera nei 200 dorso, e soprattutto lui, Gregorio Paltrinieri, che oggi in batteria è stato il migliore nei 1500 precedendo il “nemico” tedesco Wellbrock e l’amico azzurro Acerenza.

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