Europei di nuoto in vasca corta: Paltrinieri, Orsi e Castiglioni d'oro, Greg si regala anche il record negli 800 stile

Europei di nuoto in vasca corta: Paltrinieri, Orsi e Castiglioni d'oro, Greg si regala anche il record negli 800 stile
di Piero Mei
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Domenica 7 Novembre 2021, 20:37 - Ultimo aggiornamento: 20:38

Gregorio Paltrinieri negli 800 stile libero, Marco Orsi nei 100 misti e Arianna Castiglioni nei 50 rana sono d’oro; Alessandro Miressi nei 100 stile libero, Benedetta Pilato nei 50 rana (doppietta vera, dunque), Lorenzo Mora nei 200 dorso, Alberto Razzetti nei 400 misti, Michele Lamberti, Nicolò Martinenghi, Elena Di Liddo e Silvia Di Pietro nella staffetta 4x50 mista mixed sono d’argento; Nicolò Martinenghi (ancora!) nei 50 rana, Michele Lamberti (ancora!) nei 200 dorso e Silvia Di Pietro (ancora!) nei 50 farfalla sono di bronzo.

È il più che 10 e lode delle medaglie dell’ultima giornata agli Europei di nuoto in vasca corta a Kazan, che infatti sono 11: l’Italia che giusto ieri aveva toccato le mille medaglie in acqua d’Europa tutto compreso, sale così a 1011. Le medaglie in circostanza sono state in tutto 35, 7-18-10 la sequenza dei metalli, oro, argento e bronzo. Per i contatori d’oro l’Italia è terza nel medagliere dietro la Russia e l’Olanda: è prima nella classifica per nazioni che tiene conto delle presenze e dei piazzamenti in finale, assegnando punti relativi. Si chiude con 1073 punti per l’Italia, 22 più della Russia! E, stando ai record, con un mondiale, due europei, e 23 record italiani migliorati, per non dire dei primati personali andati a raffica oltre gli 80.

IL RITORNO D’ORO. Gregorio Paltrinieri non si è fatto sfuggire la storia: gli 800 stile libero maschili erano per la prima volta in programma in vasca corta europea e Greg vincitore di tutto, Olimpiadi, mondiali e tutto il resto, si è preso subito l’apertura della lista d’onore, a futura memoria. E proprio subito: al tuffo era già in testa tanto per dire al vicino di corsia, il tedesco Wellbrock, che lo aveva battuto nei 1500, “e adesso vediamo”. Vasca dopo vasca i due si sono tenuti sott’occhio, questione di centesimi ad ogni virata. Greg andava più veloce nella vasca d’andata, Florian in quella di ritorno. Si temeva, per i tifosi azzurri, che lo sprint sarebbe stato del tedesco, che nei 1500 con identica tattica d’attacco aveva costretto Greg a cedere. E invece…

DA RECORD. E invece niente. Greg rispondeva colpo su colpo, bracciata su bracciata, gambata su gambata (o a rispondere era Wellbrock?) ed alla fine era lui a toccare per primo, non la pistra 4 che gli è abituale, ma la 3, era partito con il terzo tempo. Il crono finale? 7:27.94 che è record europeo, migliorando il 7:29.17 del francese Yannick Agnel che resisteva dal 2012! Wellbrock toccava sua piastra cinque centesimi dopo, per dire quanto sia stata “strappacuore” ed emozionante la lunga disfida.

«CHE REGALO MI SONO FATTO!».

Dice Greg: «Sì, mi sono fatto proprio un bel regalo. E chi se lo aspettava di vincere l’oro con il record europeo, di tenere testa a Florian in questo momento e addirittura di batterlo in volata! Le ultime volte mi aveva bastonato e mi sono preso una piccola rivincita». Chiamala piccola…

Continua: «In altri tempi, allo sprint non avrei mai vinto, merito del lavoro di questi anni con Antonelli. Che gara! Bellissima, di quelle che mi piacciono e motivano, mi esaltavo vasca dopo vasca. Mi sono ritrovato pieno di energia negli ultimi 100 metri, lucido e cattivo e freddo. Splendido essere il primo vincitore di una gara nuova». Poi pensa alla squadra: «Credo che siamo la Nazionale più forte d’Europa, la più completa sicuramente. Non abbiamo punti deboli, i giovani sono competitivi e danno filo da torcere agli esperti. E’ bello stare in questo gruppo, penso che si veda anche da fuori quanto sia unito».

SUBITO BOMBER. L’apertura del grande pomeriggio toccava ai 100 misti uomini: Marco Orsi detto il Bomber aveva puntato tutto su questa gara, pur avendo già due medaglie di gruppo al collo. La scommessa è stata vinta: oro in 50.95, primo italiano sotto i 51 secondi «che non pensavo mai di poterlo fare qui, ma stavo bene, mi sentivo alla grande, sciolto e potente». Ha 31 anni «e battere questi giovani è difficile; ma in Italia ne abbiamo tanti, il futuro è radioso».

IL COLORE DELLE RANE. Non sono più verdi, ma azzurre. L’oro della Carraro e di Martinenghi nei 100 donne e uomini, il bronzo della Fangio nei 200 ed ecco lo sprint. Arianna Castiglioni sfodera le unghie e vince i 50 precedendo Benedetta Pilato: è la prima vera doppietta italiana a Kazan; Nicolò Martinenghi è terzo nella gara vinta dal bielorusso Shymianovich, che mescola un po’ rana a braccia e calcio da delfino, e che uguaglia, 25.25, il record del mondo che resisteva dal 2009, Cameron Van der Burg, quando si nuotava sul siluro del costumone.

«Tempo lento, dice la Castiglioni del suo 2966, ma questo oro mi gasa: ero un po’ giù di morale». Il tempo non piace troppo neppure alla Pilato: «Ma a questo punto della stagione… Già ritrovarsi su di un podio così… Le prossime andranno meglio» sorride l’adolescente tarantina che è primatista del mondo.

Martinenghi è soddisfatto: «Una gara così e sul podio! I 50 sono sempre difficilissimi», dice. E anche Fabio Scozzoli, capitano 33enne, è contento del quarto posto: «Finché sono competitivo, vado avanti».

PIOVE ARGENTO. La grande sorpresa dei 200 delfino vinti, Alberto Razzetti, ha tentato un altro colpo nei 400 misti: lì sconfisse Milak, qui però c’è stato poco da fare contro il 18enne russo Borodin, che ha perso le Olimpiadi per via del Covid. Alberto comunque è argento , 4:00.34, record italiano, anche se quei 34 centesimi che hanno tenuto su il muro dei 4 minuti lo deludono un po’.

Lorenzo Mora è d’argento nei 200 dorso dietro il polacco Kavecki (il russo Rylov, favorito, ha rinunciato alla finale). Lorenzo un muro lo butta giù, quello dell’1.50: 1:49.73 il suo record italiano da ieri. «Lo volevo con tutto me stesso; ho messo tutta la mia rabbia per i 100 non andati come volevo; il polacco era imprendibile. Dedico la medaglia a papà Mirko e al mio primo allenatore, Luciano Landi, che non c’è più».

Sul podio gli fa compagnia la rivelazione di Kazan, Michele Lamberti, che in 6 giorni ha migliorato 11 primati personali e preso prima di questa tre medaglie e più tardi ne verrà una quinta. «Questa era la più inaspettata: sono felicissimo; ora so che viene il bello, ma anche il difficile. Mi trovo in un’altra dimensione».

E ALTRI ANCORA. Pure nella gara regina, 100 stile, l’Italia luccica d’argento con Alessandro Miressi che migliora il proprio record italiano, 45.84; a vincere è il russo Kolesnikov, che così si porta via tre ori individuali. «Ho sbagliato forse qualcosa in virata, ma ora pensiamo ai mondiali». Zazzart, Lorenzo Zazzeri, migliora il suo personale (46.19), è quarto: «Sono stanco morto, non ce la facevo neppure a uscire dalla piscina».

L’ultimo argento è nell’ultima gara: la mista mixed, miscuglio di stili e sessi. Tocca ancora a Lamberti, a Martinenghi, alla Di Liddo e alla Di Pietro, dorso, rana, delfino, stile. Silvia dà l’ultimo tocco e la chiusura è da 1:36.39 che è primato italiano. Ma vince la rimonta olandese: gli orange avevano partecipato al mischione non mettendo, come tutti, due uomini e due donne, ma riservano la frazione finale a De Boer, l’uomo forte dello stile libero, che arrivava furioso e stampava sulla piastra 1:36.18 che è record del mondo.

Tre del quartetto erano già saliti sul podio nelle gare individuali che, in campo internazionale, avevano fatto registrare un altro oro per la svede Sjoestroem che ne ha collezionati quattro e fa medagliere da sola.

LA QUADARELLA SIBERIANA. In attesa di fare la Ledecky, o almeno di cercare di contrastarla a mondiali e Olimpiadi, la siberiana Anastasia Kirpchnikova, nata nella città dell’amia3nto, Absest, e attualmente alla corte d’allenamento di Philippe Lucas (ricordate? Pellegrini 2011, Shanghai mondiale), ha fatto la Quadarella di stagione. Dopo gli ori nei 1500 e negli 800, si è presa anche quello dei 400 stile libero, contribuendo come Kolesnikov al medagliere gigante della Grande Madre Russia.  3:59.18 il tempo della Kirpchnikova, che è del 2000 e dunque tempo ne ha a volontà. Per Simona il quinto tempo in questa gara, 4:02.10, dopo i due argenti dietro Anastasia nelle distanze più lunghe. Un avvio a ritmo lento, ma la strada d’acqua che porta a Roma 2022, l’Europeo in casa e nella piscina dove da piccola, quando la mamma la chiamava ‘Veleno’ (e ancora lo è…) chiedeva l’autografo ad Alessia Filippi, è lunghissima. “Il quinto posto mi perseguita, ma non mi abbatto, dice Simona, e non potevo aspettarmi di più in questo periodo”.

SENZA FEDE. L’unica finale senza azzurri né azzurre dell’ultimo giorno è quella che ci aveva abituato al meglio: la gara dei 200 stile libero femminili, l’acqua di Federica Pellegrini. Ha vinto l’olandese Marrit Steenbergen, 1:52.75. All’Italia e alla Pellegrini resta comunque il record dei campionati, l’1:51.17 che la Divina nuotò a Istanbul nel 2009, nell’Età della Gomma, cioè dei costumi che nuotavano da soli.

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