Ed è subito oro: anche la disciplina dei tuffi, vestita d’azzurro, prende immediatamente la medaglia più preziosa. Lo fa nella gara di apertura, il tem event, la prova a squadre, nella quale l’Italia schiera un quartetto internazional-romanesco, con Chiara Pellacani, ventenne “romana de Roma”, la più giovane del gruppo ma veterana in fatto di medaglie, e temporaneamente studentessa di psicologia alla Louisiana University (laurea prevista per Natale), Eduard Timbretti Giugiu, Sarah Jodoin Di Maria e Andreas Sargenti Larsen, il primo dei tre rumeno di Cuneo (i genitori, ora italiani, venivano dalla Romania e lui è nato piemontese), canadese di Montréal la seconda, e figlio di un matrimonio italo-danese il terzo.
Gli azzurri nei sei tuffi hanno totalizzato un punteggio di 402.55, unico team sopra i 400, ed hanno così preceduto la favorita Ucraina (399.05) e la Gran Bretagna, che non ha qui il fenomeno di tuffi e uncinetto Tom Daley, e che ha chiuso a 384.70.
“È un debutto da sogno, nella mia città, davanti ai miei genitori, ai miei amici; sapevamo di far bene, ma forse siamo andati oltre; Andy è stato il più bravo di noi” dice Chiara Pellacani; e Andy, Andrea Larsen, dopo aver “intinto” la medaglia nella piscina per portarsi via anche una goccia nel ricordo, fa il modesto: “Mi sono ripreso dopo un errorino da 3 metri; mi aspettano tante gare, e spero di fare sempre bene come oggi dopo quell’errore. “Ho dovuto aspettare tanto prima di poter gareggiare per l’Italia ma questa è casa mia, ce l’ho fatta, sono giovane, crescerò tra questi miei amici” dice Timbretti; “Ho un problema al polso ma oggi mi ha dato poco fastidio e siamo stati tutti bravissimi”. Bravissimi sì, e chi ben comincia…