Europei di nuoto, Olanda vince la 5 km
Italia solo quinta: «Sono andati più forte»

Europei di nuoto, Olanda vince la 5 km Italia solo quinta: «Sono andati più forte»
di Piero Mei
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Sabato 16 Agosto 2014, 13:43 - Ultimo aggiornamento: 13:46
Chi vince festeggia, chi perde spiega: cos diceva saggiamente Julio Velasco, il citt del Dream Team della pallavolo azzurra ai tempi della squadra del secolo. Verità dalla dimostrazione plastica agli Europei di nuoto, sul prato in riva al fiume Dhame, mentre silenziosa passava la chiattona che trasporta le merci pesanti: i prorompenti olandesi, la Van Rouwendaal, Weertman e Schouten, che in tre avevano già vinto due ori e un argento, festeggiavano il successo nel Team Event, la gara in cui ogni nazione manda in acqua due uomini e una donna; il trio italiano, Simone Ercoli capitano trentacinquenne e le nuove leve Aurora Ponselé e Federico Vanelli, spiegava: si è piazzato al quinto posto, in pieno centro classifica giacché i team erano nove.

Simone Ercoli trovava la più banale e sincera delle spiegazioni, ed anche la più sportiva: «Gli altri sono andati più forte». I quali altri sono, oltre gli olandesi, i greci, i tedeschi e gli ungheresi; più piano i russi, gli inglesi, i francesi e i polacchi. Gli inglesi una giustificazione possono avanzarla: alla ragazza Danielle Huskisson s’è spezzato l’occhialino poco prima di partire quando era già sul molo e mentre dava l’ultima sistemata. Non avendone di ricambio, era Daniel Fogg, compagno di team e cavaliere, a passarle il suo, ma lui doveva correre a prenderne un altro sulla terraferma. Così lei si tuffava prima, ma mezzo minuto dopo il via previsto (la gara è a cronometro) e Daniel e l’amico Burnell con un minuto di ritardo.

Dunque gli azzurri: alla semplice spiegazione di Ercoli si accodavano Vanelli e la Ponselé: Aurora aveva il faccino di una bimba che ha rotto la bambola (o ormai un display?) e sta per scoppiare in lacrime e se le parlavi di delusione sussurrava appena «un po’» che voleva significare l’infinito. Ce l’abbiamo messa tutta, dicevano uno dopo l’altro, e non riuscivano a capacitarsi del perché fosse andata non troppo bene la prima parte di gara, quando finivano subito dietro di 16 secondi. «Siamo partiti decisi, ma gli altri sono andati più forte» era Ercoli a dirlo; «Non so cosa sia successo nella prima parte» suggeriva Aurora, «Ogni gara ti lascia un piccolo bagaglio d’esperienza» diceva Federico, e se gli chiedevi “quale?” la prima risposta era «Boh!».

Ci penseranno su e ci penserà il sindaco di Piombino e cittì di questa Italia del fondo, Giuliani che diceva: «Sbagliano gli allenatori, sbaglano gli atleti». Dopo 25 anni di mestiere non si spiegava questa prestazione sottotono ed era più deluso che non arrabbiato. Magari sarà stata l’inesperienza: Ercoli ne ha, ma i due ragazzi cominciano ora; si deve andare a trenino come la Germania o tre affiancati come abbiamo tentato? Vanno bene certi strappi come ha provato a fare Vanelli o invece meglio di no? Federico poi raccontava che quando s’è trovato davanti i tre polacchi partiti prima dell’Italia non sapeva dove passare: lì sarà stato pagato il prezzo dei 6 secondi dal podio?

Ora c’è la 25 chilometri, domani: «Non per me per fortuna» dice Ercoli; si spera d’arricchire il medagliere semivuoto, che sarebbe vuoto del tutto non ci fosse stato il primo bronzo di Aurora e per il resto “legnate” di quarti posti. La Ponselé, dal canto suo, si prepara a vivere un nuovo europeo, quello del nuoto in vasca: sarà impegnata nelle grandi distanze e papà Michele potrà ancora scattare foto con il cannone obiettivo.
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