Europei, Dotto trionfa nei 100 stile libero e punta Rio. Paltrinieri e Detti, altra doppietta negli 800

Europei, Dotto trionfa nei 100 stile libero e punta Rio. Paltrinieri e Detti, altra doppietta negli 800
di Piero Mei
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Venerdì 20 Maggio 2016, 19:18 - Ultimo aggiornamento: 22:05
Luca Dotto ha vinto la gara più sognata agli Europei di nuoto, e genericamente in ogni programma di questo sport: i 100 stile libero. E’ la sesta volta per un azzurro, dai tempi pionieristici di Paolo Pucci, Budapest 1958, quando una medaglia d’ogni colore nel nuoto italiano era da edizione straordinaria, passando poi per il titolo con record del mondo di Giorgio Lamberti a Bonn 1989, fino al triplete del terzo millennio di Filippo Magnini. 

«Ora dovranno guardare anche me a Rio» dice Luca il cui tempo di 48.25 non emoziona ma in certi casi l’importante è vincere, o forse lo è sempre. «Non sarò più solo il bel ragazzo che sorride e ha gli occhi verdi: adesso sono il campione». D’Europa. Al titolo lo ha preparato Claudio Rossetto, già a bordovasca con Magnini. «La differenza - dice - è che Luca è il talento della velocità, Filippo era, è, la forza, la mentalità, la voglia di vincere». A furia di lavorarci, questa mentalità potrebbe venire anche a Dotto: «Avevo avuto buoni risultati, medaglie d’ogni metallo e anche di legno, ma vincere così...». Vincere così significa anche il ritorno alla grandezza: ha avuo belle vicende, poi brutte, che lui definisce «crescita, crollo, ristagno e ricrescita» e ora che è ripartito non ha nessuna voglia di non andare oltre.

Oltre oceano, già a Rio. «Bisognerà superare turni, semifinali e andare in finale, se si riesce; e poi lì siamo sei o otto che possono combattersela. Ho capito che in acqua bisogna andare più rilassato possibile, perché se vuoi strafare non combini niente». Voleva strafare, nella seconda vasca, ma aveva un tale vantaggio alla virata (25.35 il passaggio da primo, poi 48.25 il totale) che ha tenuto bene ed ha fatto quel che voleva: «Una volta tanto mettere la mano avanti a tutti, dimostrare a me stesso e agli altri che ho anch’io la stofa del campione».

L’erede di Magnini? «Quello no, Filippo ha fatto tante di quelle cose che non farò mai». «Mi ha caiato sentire l’inno per Gregorio, volevo sentirlo anche per me, cantarlo io insieme con papà e mamma che stavano in tribuna».
E magari con la donna del mistero, una nuova fiamma che ci sarebbe, cui forse era destinato l’occhiolino dalla vasca e che gli ha detto “tagliati quella barba”, cosa che Luca ha fatto prima della gara dopo essersi regalato una mattinata ancora da barbuto in metro, perché «la barba fa cattivo», aveva detto. Come aveva detto un sono vaffa, scritto più he detto, quando twittò contro l’ennesima scoperta di un russo dopato. Ora Dotto immagina la camera di chiamata a Rio: «Non diranno “chi è?” ma c’è anche lui, il campione d’Europa. Lì tutti daranno il 110 per cento e oltre, ci proverò anche io». Io, Luca Dotto per il quale Paltrinieri si dice felice: «Sono contento per lui, se lo merita. Anche Luca è d’oro? Non sono geloso...». Dietro Luca si sono piazzati l’olandese Verschuren, 48.32, e il francese Mignon, 48.36.

I SOLITI NOTI
Impossibile dividerli: Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti, vicini di corsia anche nella finale degli 800 metri, la terra di mezzo fra i 1500 d’oro di Greg e i 400 d’oro di Gabri, si toccano i pugni destri per incoraggiarsi a vicenda ed augurarsi buona acqua e poi si tuffano. Gregorio parte subito a tutta: «Anche stavolta volevo troppo da me stesso, mi capita di fare questo errore». Il troppo era andare sotto i passaggi del record europeo che è suo: ai 400 metri il massimo vantaggio di 1.03, ai 700 era di 0.45 ed agli 800, al tocco finale, era sopra di mezzo secondo. «Altri dieci metri e Gabriele mi riprendeva, ero stanco morto». 7.42:33 il crono d’oro di Paltrinieri, 7.43:52 quello d’argento di Detti.

Greg lascia Londra con due ori e molte certezze: «Non avevo la nuotata fluida, non ho fatto una bella gara come invece m’era riuscito nei 1500; ho spinto troppo subito ed ho fatto tanta fatica; quando non trovo il ritmo, quando non mi sendo conto di come sto andando, succede. Ma tutto serve di lezione, s’impara sempre. E poi non è stata una bella gara ma l’oro è arrivato e pure il tempo mica è male». Questi 800 vengono presi da Palrinieri anche come «un avvertimento: l’avversario sono io, non è la pressione della gara che sento, ma la gestione della stessa che debbo fre meglio; se strappo all’inizio negli 800 ci rimetto alla fine». 

Detti non si sente stanco, anzi: «Potevo fare qualcosa in meno, ma non mi rode il risultato; questa non è gara olimpica, qui non contava vincere o perdere ma le sensazioni; a dirla tutta non so quali siano, perché davvero non mi sento stanco; potevo continuare così fino ai 1500 e oltre», alla Toy Story. «Greg in gara? Io non lo vedo, penso a tirar dritto per la mia acqua». La quale acqua lo aspetta ancora domani nella 4x200.

STAFFETTA D'ARGENTO

Medaglia europea numero 14 per Federica Pellegrini, la terza di questi campionati: vince l’argento nella staffetta dei sessi, due uomini e due donne, 100 metri stile libero per ciascuno dei quattro. Federica è l’ultima frazionista, Magnini era il primo. Lui cercava un tempo di qualifica per la staffetta di Rio, ma il suo 49.35 non basta. «Sono contento più della medaglia che non del tempo» dice Filippo che è stato seguito in acqua dal fresco campione dei 100 Luca Dotto, 47.94. Seguiva la Ferraioli, 54.35 e poi la Pellegrini, 52.91, totale d’argento 3.24:55 dietro l’Olanda e record italiano. «Mai nuotato questa frazione così, la medaglia mi dà la carica per la finale dei 200».

Già perché prima la Pellegrini aveva nuotato la semifinale dei 200 in 1.56:73, secondo tempo dietro l’olandese Heemskerk. «Non ho avuto una gara impegnativa. Avessi avuto avversarie più forti, chissà». Le avrà oggi, a pèartire dall’olandese che è allenata dall’ex coach di Federica, Lucas. Non finisce qui il conto delle medaglie d’Italia nella giornata: due ori, due argenti e, per non farci mancare nessun metallo, il bronzo di Ilaria Bianchi nei 100 farfalla, 57.52 dietro la formidabile Sjoestroem e la Ottesen.
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