La formula del ct azzurro Butini, sei staffette vincenti per Rio

La formula del ct azzurro Butini, sei staffette vincenti per Rio
di Piero Mei
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Sabato 14 Maggio 2016, 16:32
LONDRA «E’ un Europeo a tre velocità»: è la sentenza, la sensazione, del commissario tecnico del nuoto azzurro, Cesare Butini, arrivato a Londra ieri, apripista del D-day che è oggi, giorno dello sbarco della flotta dei nuotatori italiani che da lunedì saranno in gara per i campionati continentali all’Aquatic Centre.

LE TRE VELOCITA’
Le tre velocità sono: quella ad andamento più lento dei tanti azzurri (tra i quali ovviamente la Pellegrini e Paltrinieri, per non dire di Detti e Dotto) che hanno già spuntato il tempo di qualificazione per Rio 2016 e dunque guardano verso quella parte del mondo; quella ad andamento più tumultuoso, di quanti sognano di raggiungere più qui che non al Sette Colli, il meeting di nuoto a Roma, il tempo necessario e il visto per il Brasile: è un pattuglione dai molti iscritti, fra i quali principalmente risultano Fiippo Magnini, a caccia dei 100 individuali, Marco Orsi che, frenato da una malattia, non ha potuto prendersi il “suo” posto nei 50 e lo trova già virtualmente occupato, e l’italiano d’America Mitch D’Arrigo in cerca dei 200 stile. Ma altri nomi il cittì propone: la Castiglioni, Scozzoli. E magari un ragazzo o una ragazza rispettivamente del ’98 o del ’99. E qui s’inserisce la terza velocità: la velocità dei giovani votati al “fare esperienza”, ma non tanto per fare, giacché non c’è miglior esperienza di un buon risultato. Sabbioni già ce l’ha.

SEI STAFFETTE DA RIO
Più che all’individuo in sé, il cittì guarda alla possibilità delle staffette; cinque sono già qualificate per Rio 2016, la sesta, la 4x200 uomini, ancora no ma dovrebbe farcela. Il sogno è quello di poterle portare tutte e sei almeno in finale a Rio, che sarebbe la plastica dimostrazione del valore del nuoto azzurro, da qualche (un bel po’) d’anni sulla cresta dell’onda, con lontani i tempi quando un bronzetto era un trionfo.  Federica Pellegrini al gioco delle staffette si presta completamente. «Ha dato la sua totale disponibilità ed è un valore aggiunto per ogni staffetta». Federica in questi ultimi suoi Europei («che - dice Butini - sono con la E maiuscola rispetto alle altre volte in coincidenza olimpica») non farà gare individuali ma solo di staffetta, e andrà in vasca mattina e pomeriggio per le batterie e l’eventuale auspicata finale. Salterà solo la 4x100 mista perché tornerà in Italia il giorno prima; farà però la liberista della staffetta mista-mista, cioè due uomini e due donne e sarà una delle due donne della 4x100 mista e libera. Le resta, dunque, un chilometro d’Europa da nuotare, scontando le finali. Butini ha già una scacchiera dove sta mentalmente muovendo i pezzi degli schieramenti: gli capita, in alcuni casi, fortunatamente, di avere abbondanza, e dunque piazza regina (il re non c’è attualmente), alfieri, cavalli e torri secondo le necessità. Vorrebbe avere, a fine Europei, una squadra definita almeno all’80 per cento e la dedizione alla causa della preparazione per Rio, che «bussa alla porta». Il nuoto azzurro vuol dire “avanti”.

GREG ROBOT
Paltrinieri s’è detto insoddisfatto dei suoi ultimi riscontri cronometrici: «Non mi direi deluso - commenta Butini - per la seconda prestazione al mondo».
Paltrinieri vuole sempre il meglio, anche qui, anche con il suo gemello d’acqua Gabriele Detti con il quale si allena a Ostia, al Centro Federale sul lungomare, divenuto, da fabbrica di sogni, fabbrica di medaglie. «E’ più forte degli altri, dovrà qui difendersi da se stesso più che dai vicini di corsia
». Per Greg e compagni è in programma, nel dopo Londra, una fase in altura, in Sierra Nevada.
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