Europei di Londra, Detti conquista l'oro nei 400sl. Pellegrini e Magnini coppia d'argento

Europei di Londra, Detti conquista l'oro nei 400sl. Pellegrini e Magnini coppia d'argento
di Piero Mei
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Lunedì 16 Maggio 2016, 19:22 - Ultimo aggiornamento: 17 Maggio, 09:53
LONDRA Detti d'oro e fatti d'argento: sono il cielo e l'acqua azzurra dell'Aquatics Centre all'europea. Il nuoto d'Italia comincia la sua settimana con tre medaglie, la prima è la più preziosa, e le altre due appartengono al gruppo, essendo di staffetta; e appartengono, però, nel caso delle ragazze all'ultima frazionista; è la solita e straordinaria, due aggettivi che non vanno bene insieme se non nel suo caso: il caso Pellegrini. Diciamo che invece l'argento degli uomini è opera più del neobarbuto Luca Dotto, primo al tuffo: ma si dirà poi.

PESCE NON MANGIA PESCE
Gabriele Detti salta subito sui riflessi della scia d'oro che Tania Cagnotto ha lasciato dalla piscina dei tuffi, a fianco di quella del nuoto: e il primo oro europeo del nuoto 2016 è suo, di Gabriele Detti che non ama il pesce a tavola forse perché in acqua è uno di loro. L'ha vinto nei 400 stile libero, specialità nella quale l'Italia s'è assai spesso distinta, in continente più con Emiliano Brembilla, sull'Olimpo più con Rosolino che infatti ancora è recorder azzurro, quando seguì il pinnato naturale Thorpe a Sydney 2000. «Il record? Non è una priorità» notava Detti, la cui priorità immediata sono la batteria dei 1500 di oggi e, più in là, una città di nome Rio de Janeiro.

ZIO & NIPOTE
Partenza soft in finale, come sempre per Gabriele: è la sua cifra, partir piano e finir forte, non come l'amico e rivale Paltrinieri che vuole partir forte e finire altrettanto, mentre l'avversario di ieri, il serbo Stjepanovic, è di quelli che partono forte e finiscono piano. I passaggi di Gabriele: 54.40, 1.52:07, 2.48:91 e il finale di 3.44:01, poco sopra il tempo recente di Riccione, «ma vuol dire che il lavoro si è stabilizzato, e adesso non ci resta che migliorare». E se lo zio allenatore, Stefano Morini, gli suggerisse come ha fatto ieri una tattica semplice semplice, “vinci”, e lui rispondesse ancora “ci provo”... Ha provato poi a cantare l'inno di Mameli: «Dal podio l'avevo già sentito, ma non per me: ora mi guardavo in giro, tutti quelli che cantavano, sembravo uno scemo», e quelle: tra le azzurre, matricole con chioma polenta o melanzana, c'è la sua fidanzata, Stefania Pirozzi.

ARRIVA LEI
La rimonta è d'argento nella 4x100 donne, né si poteva chiedere alla Pellegrini, che si tuffava al quarto posto, di recuperare più di 3 secondi all'olandese Kromowidjojo, che vive nello sprint. Ma più che il tempo (53.46), quel che colpiva di Federica era la grinta, la nuotata, la voglia. Dice che per i 200 stile libero deciderà all'ultimo, un sondaggio sostiene che abbia già deciso e ci si augura che abbiano ragione i sondaggisti, perché vederla è guardare un capolavoro. 3.37:68 il tempo dell'Italia (Di Pietro 55.00, Ferraioli 54.18, Pezzato 55.04, Pellegrini 53.46) contro l'oro orange 3.33.80.

SUPER LUCA
La staffetta veloce dei maschi è ugualmente d'argento: la lancia Luca Dotto, corpo depilato ma il viso no («La barba fa cattivo» scherza) che con il suo 48.03 da fermo è il più rapido di tutti gli azzurri lanciati che chiudono in 48.47 Leonardi che tiene a bada Manaudou, in 49.21 l'americano d'Italia Jonathan Boffa, matricola che deve vedersela con Gilot, e infine chi se non Filippo Magnini? Ottimi i primi 50, un po' d'affanno poi, ma la zampata giusta quando stanno arrivando greco e belga (fortissimo Timmers) che chiude in 48.56.
La Francia vince, 3.13:48, lo fa ininterrottamente dal 2012, l'Italia è seconda, 3.14:29.

 
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