AFFARI DI FAMIGLIA
Il dna non mente mai e, se il record mondiale non è cosa che si può prevedere, una certa attitudine alla disciplina sì. E dunque torniamo idealmente a Lafayette, in Louisiana, dove il 10 novembre del 1999, nasce Armand da papà Greg, americano, a sua volta specialista del salto con l’asta con un personale di 5,80, e da mamma Helena Hedlund, eptatleta (1,72 di personale nel salto in alto) e pallavolista. Una che, insomma, aveva a sua volta una propensione a sfidare la gravità. Armand raggiunge al mondo due fratelli, Andreas, di sei anni più grande, che a sua volta si cimenterà con l’asta senza mai scavallare però il 5,42, e Antoine, classe 1996, che andrà al college per giocare a baseball arrivando anche in Major League. Non sa ancora che avrà anche un sorella, Johanna, e che anche lei abbraccerà lo sport di famiglia nel college di famiglia (è ancora juniores ma già campionessa dello Stato con un personal best di 3,65). Insomma in casa Duplantis, che si voglia gareggiare con la bandiera americana o con quella svedese, l’importante è gareggiare. Sempre. E non è un caso che dopo il primo record in Polonia Mondo abbia detto: «Sognavo questo momento da quando avevo 6 anni». Perché è quella l’età in cui per la prima volta ha superato un’asticella in volo. Era il 2005 e il terzo discendente di casa Duplantis saltava 1,67 metri. Che a pensarci - non dimentichiamo che stiamo parlando di un bambino di 6 anni - è una misura mostruosa.
CAMPIONE BENEDETTO
Inevitabile, quindi, che la precocità fosse un altro dei tratti distintivi della carriera di Armand, che in questa folle settimana è diventato il più giovane recordman della storia dell’asta. Persino il mito Bubka ci mise di più: il debutto nel Guinness arrivò a Bratislava 1984, 5,85 metri, quando aveva già festeggiato i 21 anni. «Salirà ancora più su» è la profezia del pluricampione ucraino. «Si sapeva che prima o poi lo avrebbe fatto», l’analisi di Lavillenie, che di Mondo era l’idolo di infanzia al punto da chiamarlo affettuosamente “fratellino”, ora che la sua carriera volge al termine mentre quella del giovane rivale decolla. La doppia impresa di Duplantis - già campione europeo a Berlino 2018 e argento mondiale a Doha 2019 - diventa un biglietto da visita ricamato per l’atletica di Tokyo 2020. Quando un eventuale volo oltre i 6,18 varrà l’oro, la storia e la gloria. Quella immutabile, non quella legata alla caducità dei numeri.
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