A Pechino esplose il fenomeno Bolt, il gigante vinse con facilità 100 e 200 metri arrivando sul traguardo a braccia alzate, si prese pure la staffetta 4x100 (insieme con Nesta Carter, Michael Frater e Asafa Powell) e fece il record del mondo in tutte e tre le gare.Fra le ragazze, a Pechino nei 100 metri le giamaicane fecero l'en plein (Fraser, poi Sherone Simpson e Kerron Stewart). Nei 200 prevalse Veronica Campbell-Brown e fu terza ancora la Stewart (il secondo posto andò all'americana Felix). Medaglia d'oro anche nei 400 hs con Melanie Walker, e argento nei 400 metri con Shericka Williams. Le caraibiche presero anche il bronzo nella 4x400 (Williams, Lloyd, Whyte e Noviene Williams). Insomma, un bottino eccezionale, peraltro in gran parte bissato alle Olimpiadi di Londra 2012, ma oggi costretto a fare i conti con la nuova indagine antidoping condotta sulle provette congelate di otto anni fa, che si avvale infatti di tecnologie nuove, capaci di svelare tutti i trucchi di chi bara e era convinto, dopo tanti anni, di averla fatta franca. Il Cio ha fretta di concludere l'operazione, Rio è troppo vicina perchè si parli solo di doping.
È pressochè certo che ai colpevoli verranno ritirati medaglia e titolo, e sarà impedito loro di partecipare alle Olimpiadi di Rio anche se avessero già conquistato sul campo il ticket. L'indagine dell'antidoping naturalmente non riguarda solo l'atletica leggera, ma il coinvolgimento della Giamaica ha acceso i riflettori sulla specialità regina dei Giochi. Nei prossimi giorni, il Cio dovrebbe ufficializzare la lista dei 32 positivi, che si aggiungono ad altri 23 medagliati di Londra 2012, anche loro scoperti con la stessa nuova tecnica di indagine, e a rischio di squalifica, e ritiro di medaglia e titolo.
Intanto oggi sono emersi due degli atleti rimasti nella rete antidoping dopo Londra: sono il pugile turco Kilicci e la ciclista su pista russa Gnidenko. Nessuno dei due salì sul podio, ma oggi sono accomunati dalla sospensione cautelare.
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