La vicenda non è chiarissima, come non è chiarissimo un altro dettaglio svelato da Donati. «Se fossi stato nell’ambiente non lo avrei mai fatto arrivare a questo punto, lo avrei salvato prima».
Il primo a chiedere di intensificare i controlli da parte della Iaaf è stato il dottor Giuseppe Fischetto che ad aprile 2012 aveva notato anomalie in un test, precisamente quello del primo aprile effettuato a Nizza. Da notare che Fischetto era il responsabile del settore sanitario della Federatletica italiana e aveva un ruolo nella commissione antidoping della Iaaf. Wada e Iaaf, su sollecitazione del medico italiano, hanno testato l’ultima volta Schwazer il 13 luglio - parliamo del 2012 - mentre il 30, prima in Germania e poi a Racines, è intervenuta solo la Wada, come da regolamento essendo alla vigilia delle Olimpiadi.
È probabile che Donati, anche fuori dai ruoli ufficiali dell’Agenzia antidoping, abbia inviato delle mail di segnalazione alla Wada. Da chiarire, però, in quale veste Donati, che oggi allena il marciatore, sia intervenuto con la stessa Agenzia antidoping.
Intanto, in merito alla vicenda del doping in Russia, l'ex presidente della Federazione Valentin Balakhnichev squalificato a vita dalla Iaaf lo scorso 7 gennaio si è appellato al Tribunale arbitrale dello Sport di Losanna contro questa decisione.
Sebastian Coe, il presidente della Federatletica mondiale, è al centro di una controversia che riguarda l'assegnazione dei Mondiali del 2017 a Londra e del 2019 a Doha. Secondo il Daily Mail, Coe era al corrente di procedure non corrette sull'assegnazione dei due eventi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA