Di Giannantonio, dall'Eur al sogno motomondiale: «Mi rode per Misano, ora voglio vincere»

Di Giannantonio
di Alessandro Biagi
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Martedì 17 Settembre 2019, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 10:50
Difficile non considerarlo il vincitore morale del GP di San Marino della Moto2, dove invece ha trovato solo il secondo posto per il sorpasso all’ultimo giro subito dallo spagnolo Fernandez che ha lasciato il campo a non poche polemiche. Ma a Fabio Di Giannantonio, 20 anni, romano dell’Eur, tra i volti più promettenti del prolifico vivaio tricolore, quello che non va giù non è tanto il sorpasso duro subito, ma il suo prologo: «Mi rode, e anche parecchio, perché dopo un weekend perfetto il sorpasso aggressivo ci può stare, ma il modo in cui l’ha preparato no», spiega “Diggia”, come è stato ribattezzato in un ambiente dove i cognomi si limano come i centesimi in pista. «L’aver oltrepassato il limite della pista ha portato al mio avversario un vantaggio in velocità, decisivo nell’azione successiva». Un epilogo che gli darà una carica ulteriore per questo finale di stagione. «Questo è sicuro. C’è la voglia di fare una prestazione come questa, ripagare la squadra dei sacrifici e dimostrare che oramai siamo lì, pronti». Diggia è nato e cresciuto all’Eur. Scuole e amici al Torrino, primi anni del liceo al Maiorana di Spinaceto. Poi, con i risultati che arrivavano, la decisione di concentrarsi sulle moto e sulla sua carriera, che lo ha portato ad allontanarsi da Roma. Nel frattempo, dal suo primo giro in minimoto a cinque anni, alle sfide sulla pista del Drive In di Casal Palocco, sono arrivati i titoli europei in minimoto nel 2009 e poi nei vari trofeo monomarca, prima del debutto nel mondiale Moto3 a Valencia nel 2015. Corre con il Team Gresini fino al 2018, quando conquista due vittorie e il secondo posto in campionato. Quest’anno la scalata alla Moto2 con la vicentina Speed Up e il podio a Brno. Ma i successi e la lontananza non hanno cambiato il suo amore per la città. 

IL CALCIO COME PASSIONE
«A Roma ho i miei amici di sempre, quelli che per esempio domenica dopo la gara sono saliti da Roma a Misano per festeggiarmi. Logico che ci torni quando posso». Romano e romanista. «Quelli giallorossi sono i colori della mia passione calcistica e quando gli impegni me lo consentono, grazie anche al mio agente, Diego (Tavano, procuratore Fifa n.d.r.), vado allo stadio». Il calcio Diggia l’ha vissuto fino a qualche anno fa e non solo da spettatore. Ha giocato con la Roma Torrino Futsal, concludendo per due volte vicecampione d’Italia: «Ancora ci mangiamo le mani per la sconfitta, ma è stata comunque una gran bella esperienza». Nel suo sport, Fabio ha un idolo, il tre volte campione del mondo Superbike, Troy Bayliss: «È sempre stato un mio riferimento per come correva in pista e per la sua umanità». Semplicità, educazione, pochi grilli per la testa, caratteristiche che chi lo conosce attribuisce anche a lui: «Non vedo perché non debba essere così. Non faccio nulla di particolare, se non la cosa che più mi piace in assoluto, gareggiare con una moto». E con questa moto Diggia vuole andare lontano: vincere un Gp, poi il mondiale e guadagnarsi il salto in MotoGp: «La prima vittoria è un obiettivo, non una ossessione. Sarebbe bello chiudere come miglior rookie dell’anno, per ripagare il lavoro della Speed Up, con la quale correrò anche nel 2020».
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