Guai a sottovalutare il cuore di Giovanni De Carolis. E guai, viene da dire, a sopravvalutare pugili come Daniele Scardina, che - per quanto dotati - si sono costruiti (anzi, sarebbe meglio dire che gli è stata costruita) una carriera fatta di vittorie spesso scontate. Nella notte di Milano i nodi sono venuti al pettine: all'Allianz Cloud 'Giò' ha messo in piedi un match magistrale, disintegrando il rivale alla quinta ripresa e sfilandogli la cintura di campione Intercontinentale WBO dei supermedi.
Le apparenze ingannano
I bookmakers, i non esperti di pugilato (ma anche molti addetti ai lavori) davano per sicura la vittoria del classe '92 di Rozzano (ma che da anni vive e si allena a Miami). Più giovane di De Carolis, nel suo 'prime' di carriera come direbbero gli americani, anche più mediatico per la sua vita social e la passata relazione con Diletta Leotta: Scardina si presentava sul ring come l'uomo da battere, mentre al capitolino avevano quasi fatto fare la figura dell'agnello sacrificale. Però De Carolis il pugilato non l'ha iniziato a fare mica ieri: è stato forgiato da colui che è considerato da molti il miglior allenatore italiano, Italo Mattioli. E all'angolo poteva contare su un altro maestro di valore come Luigi Ascani e sul preparatore Antonello Regina. Tre nomi che fanno meno scena di Gue Pequeno, il cantante amico di Scardina e che ha accompagnato 'King Toretto' al momento dell'ingresso sul ring.
Dominio romano
Non c'è stata storia, dall'inizio alla fine di 5 riprese che sono letteralmente volate. Giovanni parte aggressivo, prende le redini del match; nel secondo round, arriva il primo campanello d'allarme per il pugile di casa, che si prende un violentissimo gancio sinistro in faccia.
"Conoscevo i suoi punti deboli"
Il supermedio romano ha dato una svolta poderosa alla sua carriera, dimostrando di avere nove vite come i gatti: tante volte i suoi detrattori lo hanno ato per finito, l'ultima volta dopo la delusione di un anno fa, quando a Manchester deluse nell'Europeo contro Lerrone Richards (dove però era infortunato al braccio). "Io sono un pugile che a volte rende tantisismo, a volte pochissimo - racconta emozionato a fine match l'ex campione del mondo WBA - Ma non avrei accettato il match se non mi fossi sentiro in formissima: sapevamo i suoi punti deboli, dopo i primi round gli ho preso le misure, e gli ho messo il mio colpo migliore, il gancio destro seguito dal gancio sinistro". Le lacrime di gioia di Italo Mattioli, che lo conosce da quando era ventenne, dicono tutto.