Davide Re al debutto in Diamond:
«Somiglio a Fiasconaro ma non farò gli 800»

Davide Re al debutto in Diamond: «Somiglio a Fiasconaro ma non farò gli 800»
di ​Vanni Zagnoli
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Giovedì 11 Luglio 2019, 22:12
Al porto di Montecarlo, lo spettacolo del triplo femminile non premia la statuaria Ibarguen, l’anno scorso vincitrice della Diamond league anche nel lungo, ma la venezuelana Rojas, favorita per i mondiali. Domani sera, con diretta dalle 20 su Skysport arena, ci sono appena due azzurri, nel meeting di Diamond più italiano, dopo Roma: Davide Re sui 400 e Johannes Chiappinelli, siepista etiope, di stanza a Belluno. 
Si parla francese, non italiano, nell’albergo dei campioni, la vigilia è principesca, con il presidente della Iaaf Coe e il vice Bubka accanto ad Alberto di Monaco, con l’uomo più veloce del mondo, Noah Lyles, che con 19”50 sui 200 spodesta l’altro americano Norman, con Gatlin a raccontare la voglia di battere Mennea, per una finale olimpica a 38 anni, l’anno prossimo. E poi le cavallette del triplo, Picardo e Taylor all’inseguimento del record di Edwards, Ta Lou e i fondisti keniani, Cheruiyot e Sifan Hassan e i due astisti Lavillenie, con Renaud all’inseguimento di Bubka, a 33 anni.
“E ci sono anch’io”, si schermisce Re, accanto alla manager Chiara Davini, unica donna in un mondo dominato anche da ex atleti.
Re è di Imperia. “Ma adesso sono quasi sempre a Rieti”. Ha il 14° tempo al mondo: “A Doha punto alla finale, perchè davanti a me ci sono 9 americani e soltanto 4 saranno in gara, il podio è difficile, fuori dalle mie corde, in questo momento, però non si sa mai. Anche qui a Monaco”.
E’ misurato, cerebrale, si racconta in lungo al media della Diamond, con un buon inglese. “E’ la sua prima volta in questo circuito - sussurra Chiara -, è stata una giornata densa, è stato in riunione anche per i giornalisti”.
Davide Re riflette sulla storia. “Al di là dei miei due record, recenti, forse il miglior specialista è stato Mauro Zuliani, laziale, per non parlare di Marcello Fiasconaro, peraltro più specialista degli 800. Ecco, mi dicono che gli somiglio, che dovrei raddoppiare la distanza, invece penso di restare sui 400”.
Passa in rassegna i personaggi italiani del mondiale di fine estate. “L’attesa è giustamente per Tamberi e Tortu, ma anche per le altiste. E adesso per Ayomide Folorunso, la fidentina ha l’8° tempo stagionale al mondo. Io farò anche la staffetta”.
Re è nato per caso a Milano. “Sono proprio ligure, era solo il nonno in Lombardia in quegli anni per lavoro e nei giorni in cui vidi la luce i genitori era a casa sua”. E’ un raro esempio di grande sportivo imperiese, assieme all’ex azzurro Giacomo Giretto, del volley, ora in federazione. “Non so scegliere tra Genoa e Sampdoria, non amo particolarmente il calcio, semmai guardo la nazionale e la Champions league”.
Nel principato c’è veramente il meeting del cuore, per il velocista prolungato. “Da ragazzino gareggiavo nelle competizioni di introduzione: facevo i 1000 metri e poi mi fermavo a vedere i grandi, che tali per me sono ancora. Papà e mamma sono venuti a pranzo qui, domani saranno allo stadio Louis II, con tanti amici”.
Davide Re trova la consacrazione a 26 anni, chissà se sarà longevo quanto il suo idolo Roger Federer. “E’ l’esempio di come con la tecnica si posso ottenere tanto, unitamente alla voglia di emergere. Supera le barriere dell’età e resta competitivo ad alti livello, senza puntare sulla mera forza. In Italia seguo con passione tutti gli sciatori”.
Già, perchè era uno di loro.
“Soprattutto seguo Marta Bassino, di Borgo San Dalmazzo, vicino a Limone Piemonte, dove ho fatto le superiori. Sono amico del fratello. E poi naturalmente Sofia Goggia, una delle più forti di questi anni. Avessi proseguito con gli sci, sarei stato forse più popolare, ma non è detto che i risultati sarebbero stati gli stessi. L’allenatore Stefano Dalmasso, ex tecnico azzurro e Francia, era dispiaciuto quando lasciai: venivo da un podio ai campionati italiani di slalom, potevo arrivare in coppa del mondo, ho preferito correre”.
E studiare. “Medicina, all’università di Torino”. Come a Firenze il nuotatore Restivo, primatista italiano nel dorso.
“A parte i libri di facoltà, leggo la sera quando sono stanco, per rilassarmi: manga giapponesi, e fantasy, i vari Tolkien, a partire dal Signore degli anelli”.
Da signore del giro di pista.





 
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