Da Paltrinieri alla Panziera, il nuoto azzurro è uno tsunami di successi

Da Paltrinieri alla Panziera, il nuoto azzurro è uno tsunami di successi
di Piero Mei
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Sabato 15 Agosto 2020, 07:30
Gregorio Paltrinieri s’è tuffato dai blocchi, l’altra sera al “Sette Colli”, nei 1500, ultima gara del meeting di nuoto che ha dato un senso a questo sport nell’estate con il virus e senza le Olimpiadi. Greg aveva dentro di sé quell’allegria e quella leggerezza che, pure vincendo come ha spesso fatto, non s’era sentito più. I suoi lavori che lo portavano, e l’hanno portato, agli ineguagliabili successi, gli parevano fino al lockdown, lavori forzati. Greg s’è tuffato e ha messo il metronomo: 26 vasche delle 30 (tranne le due iniziali e le due finali più veloci) sono state nuotate con un ranking di passaggio ogni 50 metri che ha costantemente oscillato fra i 29.07 ed i 29.52. Il totale che ne è venuto fuori è stato quel 14:33.10 che non ha solo scartavetrato di quasi un secondo il primato europeo che già gli apparteneva dal 2016 ma gli ha anche messo a portata di braccia (e di bracciata, nuova, più fluida, più continua, perfino più lunga: «Lo chiamerei ritmo» ha detto da musicista dell’acqua) il tempo di 14:31.02, che è il crono del cinese Sun Yang, oggi squalificato per aver preso a martellate la provetta con la sua pipì a un controllo antidoping a sorpresa, forse per non far sapere di quali spinaci fosse fatta la sua dieta da Braccio di Ferro. Dalla «vasca più bella del mondo», Greg è emerso con il sorriso: sente di essere nel giusto in questo suo orizzonte spalancato sul mare. C’è stato il sorriso anche di Federica Pellegrini, che però era un mix tra gli ennesimi titoli italiani vinti e la malinconia di dire «se non avessero rinviato le Olimpiadi, oggi sarei in vacanza, anzi in pensione».

SORRISI 
Già, «se non avessero rinviato le Olimpiadi» è un pensiero che poteva venire a bordo vasca al Foro Italico: il record dei 50 rana di Benedetta Pilato conta relativamente nella questione, giacché la distanza è sì mondiale ma non ancora olimpica; ma le altre prestazioni dicono che il nuoto italiano è una potenza e fossero state anziché le notti di Roma le mattine di Tokyo (le finali olimpiche si disputeranno controra per dare gusto agli spettatori ed agli spot americani che pagano) ne avremmo visto e vissuto delle belle. Lo fa pensare Gabriele Detti, rivisto alla grande e con un tentativo di gara nuova all’attacco e non da “succhiaruote”, nobile specie del ciclismo, nei 400 stile; e Margherita Panziera, che nel dorso in campo casalingo e oltre le Alpi in Europa se la canta e se la suona; e il prodigioso stagno delle rane, le tre ragazze per due soli posti, l’adolescente Pilato per l’appunto, la Carraro e la Castiglioni, che accenderanno di rivalità il 2021, il giovane Martinenghi, che ha già il passi per i Giochi, e il “vecchio” Scozzoli. E poi Simona Quadarella, che qui ha fatto toccata e fuga, toccata anzi punta sul vivo dalla sconfitta inattesa ad opera di una ritrovata Martina Rita Caramignoli, ragazzina di trent’anni («ventinove», puntualizza) tornata la speranza che era tempo fa: per Simona sarà un pungolo in casa pensando alla Ledecky.

STILE MASCHILE
Lo stile libero è delle donne? Niente di più sbagliato. I maschi della “gara delle gare”, i 100 stile, e, soprattutto, quelli dei 200, promettono scintille e staffette. Il re veloce, il lungagnone torinese Miressi, cresciuto tanto da “vado a vivere da solo”, ha il fisico e la classe dei migliori. E nel progetto della 4x200, che dicono sia il termoscanner di un movimento acquatico, a parte la disponibilità di Detti, a parte certe assenze forzate (Megli in primis) s’è fatto notare, e annotare sui taccuini degli esperti, Marco De Tullio che ha frantumato il proprio personale sulla distanza e preceduto Detti, con il quale ora fa coppia fissa come facevano Greg & Gabri. De Tullio è barese, la Pilato di Taranto. E siccome è di quelle parti (Bisceglie) anche Elena Di Liddo nello tsunami azzurro c’è un’onda anomala che viene dalla Puglia. E da lì’ vicino: migliora a vista d’occhio Mimmo Acerenza di Potenza, che insieme con Paltrinieri è passato all’accoppiata piscina-mare e all’insolito, ma suggestivo, suggerimento che il mare si prepara in montagna. Piombino, la settimana prossima, dirà se è la ricetta da chef stellato.
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