Covid-19 oltre 50 corse sospese, dopo il Giro delle Fiandre a rischio la Parigi-Roubaix. Nibali: «È giusto fermarsi»

Vincenzo Nibali
di Francesca Monzone
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Sabato 14 Marzo 2020, 23:01

Dopo Strade Bianche, Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo, sono oltre 50 le manifestazioni già annullate a causa del Covid-19.  Una catastrofe per il ciclismo mondiale, che piange le sue corse e che allo stesso tempo, non riesce a fare una stima del danno economico. Tra contratti saltati e mancanza di sponsor, verranno a mancare molti soldi, che difficilmente si potranno recuperare. Dopo l’annullamento delle tre tappe ungheresi del Giro d’Italia, con la posticipazione della corsa rosa a nuova data da definire, oggi, è arrivata la notizia che anche il Giro delle Fiandre del prossimo 5 aprile, non verrà  disputato.  Dopo le classiche del Belgio ora ad essere a rischio è anche la Parigi-Roubaix del 12 aprile. Se il governo francese, nonostante la crisi mondiale da coronavirus, dovesse autorizzare la corsa, sarebbero le squadre a non voler partire per mancanza di sicurezza. Un atteggiamento del genere da parte dei team, si era già visto con le corse di marzo, quando 5 formazioni world tour avevano deciso di fermarsi fino alla fine del mese. Ma se in Italia le corse erano state sospese, per la Parigi-Nizza, la Francia aveva deciso di andare avanti, sostituendo parte dei team world tour con alcuni professional e portando il numero di corridori per squadra da 7 a 8. Una catastrofe la piccola corsa a tappe francese, dove a portare a termine la corsa sono stati solo 61 corridori. Ieri c’era stato il ritiro della Bahrein-McLaren e oggi a decidere di non partire, sono stati molti corridori. Aso organizzatrice di tutte le corse francesi e anche della Liegi-Bastogne-Liegi, voleva disputare tutte le 8 tappe, terminando la corsa domani a Nizza, ma dopo una riunione voluta dai team, è stata costretta ad annullare l’ultima frazione di domani. 
Le squadre continuano a parlare tra loro e a decidere come muoversi, poiché da parte dell’Unione Ciclistica Internazionale, diretta dal francese David Lappartient, non è arrivata nessuna comunicazione. A muoversi ufficialmente è stata la ACCPI, l’associazione dei corridori italiani, che aveva chiesto ad Aso di sospendere la corsa. I corridori e lo staff delle squadre hanno paura per la diffusione del virus e per uno sport come il ciclismo, che non si può fare a porte chiuse come il calcio, il rischio di contagio è elevato. La Spagna anche ha deciso di sospendere le sue corse e non ci sarà la Volta Ciclistica a Catalunya dal 23 al 29 marzo. Anche la Slovenia ha annullato il GP Slovenian Istria del 21 e il GP Adria Monil del 29. Mentre il Portogallo ha sospeso la Volta ao Alentejo dal 18 al 22. Il Belgio ha rinunciato a molte corse per tutelare la salute pubblica annullando Danilith Nokere Koerse, la Bredene Koksijde Classic  del 20,la  AG Driedaagse Brugge-De Panne  del 25 e la E3 BinckBank Classic Del 27, fino alla Gent-Wevelgem del 29. L’Olanda al momento ha sospeso la Bevrijdingsronde van Drenthe di domani. 
A parlare In prima persona del contagio da coronavirus sono i corridori. Ieri il velocista colombiano Gaviria ha ammesso di essere risultato positivo al Covid-19 e di essere stato in quarantena negli Emirati Arabi Uniti, dove è stato ricoverato in ospedale. Niccolò Bonifazio, vincitore di una tappa alla Parigi-Nizza, ha dedicato la sua vittoria alla sua famiglia chiusa in casa, esprimendo il desiderio di raggiungerli presto. Questa sera sono arrivate le parole di Vincenzo Nibali, che sui suoi profili social ha detto di pensare alla sua famiglia e non alle corse. “Credo sia giusto fermarsi e affrontare l’emergenza – ha detto lo ‘Squalo’ - in questo momento sto tornando a casa, dove mi aspetta la mia famiglia. Questa è la cosa che più mi interessa. Per parlare di sport, ci sarà tempo. Ora siamo responsabili e sforziamoci a pensare a che tutto andrà a bene"
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