Per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, anno 2026, i costi sono già lievitati sopra i due miliardi. Si dirà: ci sono gli sponsor. Non sta andando benissimo: dei 500 milioni previsti, per ora, stando ai contratti firmati, ne sono stati trovati meno di 20. E proprio per questo dovrebbe essere chiamato Michele Uva, dirigente Uefa e già dirigente di Coni servizi e vicepresidente della Lazio, a svolgere il ruolo di amministratore delegato della Fondazione delle Olimpiadi. Su richiesta del governatore lombardo Attilio Fontana e del sindaco di Milano Giuseppe Sala, preoccupati perché la macchina organizzativa sta andando a rilento, nella fondazione, di cui fanno parte gli enti locali, entrerà anche il Mef. La situazione internazionale non aiuta: prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina e l'aumento dei costi energetici, avranno conseguenze sul conto finale di queste Olimpiadi invernali.
Olimpiadi, nasce la Fondazione Cortina
IL NODO
Ma c'è una storia che, meglio di altre, sembra esemplificare la nube dei ritardi e degli sprechi che sta aleggiando su questi giochi olimpici: la pista da bob che sarà realizzata a Cortina d'Ampezzo e che costerà, secondo le ultime stime, 85 milioni di euro.
Milano-Cortina 2026, l'annuncio del sindaco Sala: «Cerimonia d'apertura a San Siro»
Il governatore Luca Zaia, ospite ieri dell'evento Una montagna di libri, a Cortina, ha difeso la scelta del bob: «Bisogna smetterla di dividere il mondo tra chi fa le opere ed è sempre un lazzarone, e tutti gli altri, altrimenti non ne veniamo più fuori. Se Cortina rinuncia al bob, rinuncia all'80 per cento delle Olimpiadi. Abbiamo affidato agli esperti uno studio e ci hanno detto: la bonifica della pista attuale, che è praticamente una discarica, ci costerebbe 15 milioni di euro, a cui vanno aggiunto i 30 per andare a Innsbruck. Totale, 45 milioni. La differenza con i 63 milioni preventivati per la nuova pista di bob è limitata, 18 milioni. Ma così ci sarà un forte impatto positivo sul pil. E sul progetto della nuova pista sia chiaro: non ci saranno piloni da 17 metri, sarà in gran parte ipogea, sotterranea. Grazie alle olimpiadi, Cortina avrà i 300 milioni per la variante, che si sarebbe sognata senza». Postilla: Zaia parla di 63 milioni, ma la spesa aggiornata per la pista arriva a 85.
SCENARIO
Oltre al bob, a Cortina si svolgeranno le gare di curling e la discesa libera femminile. Si realizzerà anche un villaggio olimpico provvisorio (nel greto di un fiume sostengono gli ambientalisti) e sarà ammodernato il Palaghiaccio. C'è un problema: il tempo passa velocemente e il bando per la progettazione della nuova pista è appena stato pubblicato, con cinque mesi di ritardo. Bisognerà aspettare settembre per esaminare le prime proposte. Come dice Zaia, a Cortina una pista da bob esisteva già, è quella storica realizzata nel 1928, la Eugenio Monti. Per le Olimpiadi sarebbe inutilizzabile, perché non rispetta i criteri richiesti dalle gare moderne. La ricostruzione, secondo i detrattori, avrà un impatto ambientale negativo sulla montagna. E c'è il timore che il nuovo impianto non sarà pronto in tempo, arriverà in ritardo e avrà un piano economico che non regge. Nel dopo Olimpiadi si spera di sostenere i costi di gestione (previsti 400mila euro all'anno, ma è probabile che sia un dato sottostimato) con l'affitto della pista, almeno per alcuni mesi, a squadre nazionali di bob (non solo quella italiana) che devono allenarsi. Nel resto dell'anno si punterà all'attività di taxi-bob. Previste: 6.000 corse. Costo di ogni corsa per il turista che vuole provare l'emozione: fino a 110 euro. Arduo pensare che, nei mesi di attività, si raggiungerà il traguardo di 6.000 corse.