Palline personali, niente raccattapalle e passaggi di borraccia: lo sport riparte così

Palline personali, niente raccattapalle e passaggi di borraccia: lo sport riparte così
di Gianluca Cordella
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Sabato 18 Aprile 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:04

«Dova andiamo? Non lo so, ma dobbiamo andare». Stretto tra la sua irrefrenabile - e irrinunciabile - voglia di ripartire e le incertezze con cui l’emergenza sanitaria avvolge il futuro, il mondo dello sport tutto si trova “On the road” in stile Kerouac, con l’obiettivo di rimettersi il prima possibile in marcia. Nel bagagliaio solo la fantasia da sfoderare per garantire la massima sicurezza possibile agli atleti e la consapevolezza che il tutto richiederà anche qualche doloroso sacrificio. Non parliamo di gare a porte chiuse e mancati incassi, dati ormai per assodati o quasi. Ma di gesti iconici, che hanno scritto pagine di agonismo e umanità, costretti al temporaneo oblio in nome della distanza sociale.

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FUTURO GREEN
Passeggiare in solitaria è una delle poche cose concesse di questi tempi ed è in fin dei conti quello che i golfisti fanno da sempre. Non è un caso dunque che proprio dai green americani riparta il cammino dello sport che vuole esistere ed emozionare. Giovedì, sentito il presidente Trump, il Pga Tour ha fissato la (ri)partenza per l’11 giugno, in Texas, con il Charles Schwab Challenge. Un segnale importante, anche il meno sorprendente. Il golf si gioca all’aria aperta, non c’è contatto tra gli atleti e non si condividono le attrezzature giacché mazze e persino le palline sono personali. Bisognerà gestire il pubblico - o al limite vietarlo - e i movimenti dei giocatori negli spogliatoi. Niente di particolarmente critico, insomma. Motivi per cui anche il tennis è fra gli sport che scalpitano per ripartire. Il calendario è ancora un rebus ma le idee sono chiare: in campo ci vanno i due sfidanti - con le rispettive panchine più distanti - e l’arbitro, in mascherina. Stop. Via tutti gli altri: niente giudici di linea, ci si affida all’occhio di falco, niente raccattapalle e niente ragazzi per gli asciugamani. Vince il modello delle Next Gen Finals di Milano. Resta un problema: la pallina. Che, a differenza del golf, passa di mano in mano. È stata sollevata l’ipotesi bizzarra dei guanti, ma ai giocatori creerebbe non pochi problemi di grip con l’impugnatura della racchetta. Più verosimile l’ipotesi delle palline personali: ognuno serve con le sue, in modo da non farle entrare in contatto con la mano dell’avversario. Di sicuro si allungheranno i tempi dei match ma va bene così. L’importante è andare. Dispiacerà maggiormente non vedere i giocatori che firmano le palline da tennis giganti ai bambini in tribuna o i campioni che dopo una battaglia si abbracciano sotto rete. La distanza sociale lo proibirà.

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Anche nella scherma non ci si darà più la mano: a fine assalto, solo il saluto con l’arma. Protocollo già sperimentato primo della pausa e verosimilmente destinato a ripresentarsi dopo. Come quello degli allenamenti del nuoto: «Massimo due atleti per corsia per ridurre il numero di persone in acqua e negli spogliatoi. Limitato anche il numero dei tecnici a bordo vasca», racconta Cesare Butini, dt delle Nazionali del nuoto azzurre (con la Fin che proprio ieri, in consiglio federale, ha creato una commissione per stabilire le buone pratiche per la ripresa da sottoporre alle autorità governative). 

BLINDATI E SICURI
Certo, si dirà: negli sport individuali e senza contatto fisico “andare” sarà più semplice. Vero: com’è vero che gli sport di squadra partono da presupposti comuni più estremi (isolamento dei giocatori, esami clinici continui, sanificazione totale degli ambienti) che alla fine dovrebbero garantire il rischio zero nel momento stesso della competizione. Un caso “di confine” è il volley: sport di squadra ma con contatto fisico ridotto. Il modello potrebbe essere quello del tennis: via i raccattapalle e gli addetti all’asciugatura del campo. Si dovrà trovare un modo per igienizzare il più possibile il pallone, a continuo contatto con le mani. Non potrà essere igienizzata, invece, la borraccia dei ciclisti. Il Tour de France ha fissato la ripartenza al 29 agosto ma le imprese in salita non vedranno il gregario che porta da bere al suo capitano. Le imprese in giallo saranno meno romantiche, ma, di questi tempi, conviene farsele andar bene anche così.

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