Il Cio marcia verso Tokyo 2020: c'è il piano B per i pass olimpici

Federica Pellegrini
di Gianluca Cordella
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Mercoledì 18 Marzo 2020, 07:30

Il Cio e il Giappone vanno avanti. E invitano gli atleti a fare altrettanto. Tutti insieme appassionatamente verso l’obiettivo comune: disputare le Olimpiadi di Tokyo nei tempi e nei modi previsti. E, in attesa del punto che Losanna farà oggi con i comitati olimpici nazionali, dalla conference call di ieri tra il presidente Thomas Bach e i numeri uno delle federazioni sportive internazionali è emersa una sorta di “strategia della speranza” per sostenere gli atleti in questo momento di difficoltà (per quanto riguarda gli allenamenti e il mantenimento della condizione) e incertezza (per quelle che avrebbero dovuto essere e che saranno le tappe di avvicinamento alle Olimpiadi giapponesi). Il messaggio del Cio è chiaro: «Restiamo pienamente impegnati per Tokyo 2020 e, a oltre quattro mesi dell’evento, non è necessario prendere decisioni drastiche e in questa fase qualsiasi speculazione sarebbe controproducente». In sostanza ciò che aveva anticipato lunedì il presidente del Coni Giovanni Malagò: data la portata dell’evento una deadline credibile per la decisione potrà esserci a giugno. E allora meglio concentrarsi, per il momento sui 138 giorni che separano lo sport dall’accensione del braciere olimpico a Tokyo. E, soprattutto, sul caos per ottenere i pass. 

UN POSTO AL SOLE
Dalla riunione di ieri è emerso che il 57% degli atleti ha già la qualificazione in tasca e niente e nessuno potrà togliergliela. Resta il nodo del restante 43%, letteralmente travolto dal terremoto di eventi soppressi e rinviati a causa della pandemia. Ed è qui che entra in gioco la strategia della speranza. «Il Cio - si legge nel documento redatto al termine della conference call - collaborerà con le singole federazioni per apportare le modifiche pratiche necessarie ai rispettivi sistemi di qualificazione». Che, in soldoni, significa allentare un po’ le maglie dei criteri di qualificazione. Al netto della conferma del pass a chi già ce l’ha, i principi che Losanna intende seguire sono altri due: garantire come al solito la qualificazione attraverso i tornei preposti (sia quelli ricalendarizzati dopo l’esplosione del contagio sia quelli che per collocazione temporanea sono rimasti fuori al momento dall’ondata di slittamenti) e adattare i sistemi di qualificazione per l’assegnazione dei posti rimanenti. Strategia questa che potrà basarsi sui risultati agonistici effettivamente realizzati o che dovrà «riflettere, per quanto possibile, i principi esistenti dei sistemi di qualificazione» di ogni singolo sport (ad esempio l’uso di classifiche o i risultati ottenuti in una specifica manifestazione). 

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ALLA FINESTRA
Un esempio per chiarire meglio, quello di Federica Pellegrini. La Divina avrebbe dovuto cercare il tempo limite in questi giorni, agli Assoluti di Riccione, cancellati come tanti altri eventi. A questo punto, se Fede non dovesse avere altre gare utili per cercare il crono da Olimpiadi, si potrebbe fare riferimento ai tempi nuotati negli ultimi 12 mesi. E in tal caso la Pellegrini (ma anche Gabriele Detti, per dirne un altro) avrebbe il pass in tasca. In ogni caso, dunque, le Federazioni nazionali proporranno i loro criteri di qualificazione in base ai principi individuati ieri dal Cio che comunicherà all’inizio di aprile tutte le revisioni dei sistemi di accesso ai Giochi nipponici. «Incoraggiamo tutti gli atleti a continuare a prepararsi alle Olimpiadi di Tokyo nel migliore dei modi - è l’appello di Bach - Siamo una comunità olimpica e ci sosteniamo a vicenda in tempi buoni e in tempi difficili».

SOL LEVANTE
E sperando che arrivino entro il 24 luglio i tempi buoni, il Giappone per il momento deve fronteggiare, come tutti, quelli difficili. Che, nella giornata di ieri, hanno portato alla notizia della positività al coronavirus del vicecapo del comitato olimpico locale Kozo Tashima e all’annuncio che il viaggio della torcia comincerà “a porte chiuse”, come già accaduto in Grecia, dove si è partiti con il rito di Olimpia senza pubblico per poi fermare del tutto l’incedere della fiamma, vista la folla che si radunava per strada al passaggio dei tedofori. A Fukushima, il 26 marzo prossimo, non ci sarà nessuno ad applaudire lo sbarco in Giappone della torcia. Triste, ma necessario. Sperando che il gioco, alla fine, valga la candela. 

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