I​l tricheco d’oro dice basta: Rudic lascia la pallanuoto

I l tricheco d’oro dice basta: Rudic lascia la pallanuoto
di Piero Mei
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Giovedì 7 Maggio 2020, 09:30
Il baffo, che a pelo d’acqua lo assomigliava a un tricheco, è imbiancato con il tempo: ora Ratko Rudic sta per compiere 72 anni (il 7 giugno) e Covid-19, il coronavirus, l’ha svegliato in mezzo a un altro dei suoi sogni, quasi tutti (o forse addirittura tutti) realizzati come allenatore di pallanuoto. Vincere il massimo anche con un squadra di club. Era quasi all’ultimo tuffo, quello conclusivo per la Champions a Punta Sant’Anna a casa della “noiosamente” (per gli altri) invincibile Pro Recco. Dopo gli scadeva il contratto ed in cuor suo, e negli uffici della società, aveva già deciso per il ritiro. Covid-19 gli ha tolto la soddisfazione del saluto trionfale, “Ave, Ratko”. La Pro Recco e lui hanno manifestato in anticipo la fine della storia. Rudic è stato, dicono gli esperti e i numeri, il più grande allenatore di sempre. Sandro Campagna, il coach del Settebello mondiale, lo ritiene il suo maestro, e gliene è grato. 

BACHECA RICCA
Rudic ha vinto quattro Olimpiadi con tre nazionali diverse: la “sua” Jugoslavia, nell’84 e nell’88, la “sua” (e nostra) Italia nel ’92, e la “sua” Croazia (battendo in finale proprio il Settebello di Campagna, il Maestro e l’Allievo, storia da fiction su Netflix) nel 2012. In mezzo ha allenato anche gli Stati Uniti, obiettivo Pechino 2008 ma venne nel frattempo l’irresistibile “richiamo della foresta” della Croazia e non poté negarsi) e infine il Brasile per Rio, ultimi suoi Giochi. Anche da giocatore era stato in vasca, da jugoslavo, alle Olimpiadi. Dal ‘68 all’‘80 fu sempre in lizza: quando non giocò non fu che per causa d’infortunio. La Pro Recco era una sfida seminuova per lui: aveva allenato solo un club, trent’anni prima, il Partizan, con cui aveva vinto otto volte il campionato nazionale. Sulla panchina azzurra non era stato “soltanto” oro a Barcellona, nel caldo delle piscine Picornell, sei tempi supplementari, un re, Juan Carlos, costretto alle amare lacrime della sconfitta, la ciliegina sulla torta di grandi Giochi spagnoli andata di traverso: quella finale era stata messa come evento di chiusura, sceneggiando in anticipo il trionfo che non ci fu per le “furie”. Ci fu per Ratko e i suoi ragazzi, tutti in acqua appassionatamente. I suoi ragazzi! Capitava, ai raduni azzurri di quei tempi, che Rudic si presentasse un po’ sovrappeso ed avesse in programma non solo la preparazione atletica e tecnica del Settebello (fu il primo a introdurre la video analisi, fra l’altro) ma anche il personale dimagrimento. Così la mattina convocava presto la “ciurma” per una colazione velocissima e poi tutti in campo. Proprio in campo, non in vasca: un’ora di calcetto alla quale partecipava con tutto il suo agonismo. Poi in vasca: loro, la “ciurma”, per otto ore. Lui a bordo vasca, recuperava le energie, tanto i chili voluti li aveva già sudati prima. Ora poteva insegnare. E ha insegnato davvero tanto. 

I CAMPIONATI SI FERMANO
E nel giorno dell’addio di Rudic si ferma anche la pallanuoto italiana tutta. La Fin, nel tardo pomeriggio, comunicava la chiusura - «non essendo possibile garantire la ripresa in tempi brevi» - di tutti i campionati nazionali di pallanuoto 2019/2020 di serie A1, A2 e B, sia maschili sia femminili. Titoli non assegnati e blocco delle promozioni e delle retrocessioni.
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