I big ricominciano ad allenarsi ma la ripartenza è a singhiozzo

I big ricominciano ad allenarsi ma la ripartenza è a singhiozzo
di Gianluca Cordella
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Lunedì 4 Maggio 2020, 07:30
In principio era il dpcm. Poi vennero le ordinanze delle Regioni. Infine arrivò la circolare del Viminale. E così intorno a questo 4 maggio per certi versi storico si è sollevata una nuvola di confusione dalla quale emerge l’unica certezza che da oggi i campioni delle discipline individuali potranno ricominciare ad allenarsi. Un ritorno allo sport che celebra l’uscita dal lockdown totale ma che paradossalmente rischia di restare un’apertura più ideologica che altro. Ok, ci sono abbastanza elementi per fermarsi e provare a fare chiarezza.

PRONTI, VIA
È il 26 aprile: il nuovo decreto governativo riconosce agli atleti professionisti e non professionisti degli sport individuali - individuati da Coni, Cip e Federazioni tra quelli di interesse nazionale - la possibilità di ricominciare ad allenarsi dal 4 maggio, oggi per l’appunto. Restano fuori dal dpcm gli sport di squadra, ai quali non viene concessa la possibilità di “rimettere in moto” i propri atleti, nemmeno singolarmente e nemmeno all’interno dei centri sportivi di proprietà dei club. Chance che viene però accordata nei giorni successivi da qualche Regione - l’Emilia Romagna per prima, poi anche Lazio, Sardegna, Sicilia e Campania - e poi certificata dal ministero dell’Interno con una circolare inviata ieri ai prefetti. Dunque, anche calcio, basket, volley e rugby - tanto per citarne alcuni - potranno ricominciare lentamente. Verso cosa è un dilemma che accompagna un po’ tutti, individualisti e non, considerando che la stragrande maggioranza delle competizioni internazionali è stata cancellata fino a estate inoltrata e che i campionati nazionali sono stati quasi tutti mandati in archivio. Il calcio ancora ci spera ma è bene sottolineare che questa apertura all’allenamento non comporta necessariamente il passo successivo, il ritorno alla competizione. 

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TUTA E SCARPETTE
Chi fa festa oggi, insomma? I calciatori, ovviamente, che sono stati “salvati” in calcio d’angolo. Ma anche tanti big azzurri a cominciare da Federica Pellegrini che più di tutti è stata in questi giorni icona dello sport ansioso di ricominciare. L’ordinanza della Regione Veneto di ieri ha sbloccato l’apertura del centro federale di Verona. Il presidente Fin Barelli aveva chiesto linee guida precise dall’esecutivo per ripartire, la mossa di Zaia gli ha risolto il problema. E così la Divina potrà tornare in vasca dove, assicura Barelli, «l’acqua è già calda per accoglierla». Ma l’assunzione di responsabilità del governatore veneto non è stata seguita da altri e così, ad esempio, i campioni dell’area romana restano ai box in attesa: da Simona Quadarella e Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti che sono di casa a Ostia. I centri federali, dicono dalla Federnuoto, sono tutti pronti a ripartire, manca il protocollo governativo da seguire. Diverso è il discorso per le strutture private che in molti casi hanno scelto di non aprire per non affossarsi ulteriormente: i campioni danno prestigio, ma i soldi per andare avanti sono quelli della base. Senza i secondi aprire e tenere in attività una struttura a beneficio dei primi è il classico gioco che non vale la candela. Ovviamente chi non ha costi di gestione elevati come quelli delle piscine, vedi il tennis, approccia questa giornata con tutt’altro spirito. La Fit ha dato il via libera a tutti i giocatori tesserati che abbiano una classifica di prima e seconda categoria (non solo nel tennis ma anche nel padel e nel beach tennis) e a tutti gli Under 16, 14 e 12 di interesse nazionale convocati nei Centri periferici d’allenamento e ai più forti atleti italiani di tennis in carrozzina. Insomma, una fetta consistente di atleti. Torneranno in campo i vari Fognini, Sinner e Sonego, mentre il romano Matteo Berrettini, che è rimasto a Boca Raton, in Florida, dove le norme sul tennis sono state più permissive, si è mantenuto in forma nell’Academy di Chris Evert e l’8 maggio scenderà addirittura in campo per un torneo esibizione a West Palm Beach. Riparte anche l’atletica, da Nord a Sud, con gli alfieri Gianmarco Tamberi e Filippo Tortu che da oggi potranno ricominciare i rispettivi programmi di allenamento ad Ancona e Giussano. 

Decisamente più intricata la situazione per i 222 atleti di interesse nazionale della scherma e per quelli degli sport da contatto che potrebbero tornare in palestra (il condizionale è d’obbligo: la maggior parte delle strutture sono ancora chiuse) ma solo per le sedute muscolari e aerobiche: l’uno contro uno - sia con i tecnici che con gli altri atleti - attende ancora di essere disciplinato dalle linee guida del Comitato tecnico scientifico. Si riparte, insomma, ma ancora una volta a metà.
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