Il Giro d'Italia ha perso la testa: il Coronavirus cancella le prime tre tappe

Il Giro d'Italia ha perso la testa: il Coronavirus cancella le prime tre tappe
di Francesca Monzone
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Sabato 14 Marzo 2020, 09:30
Il Giro d’Italia è costretto a piegarsi alla ferocia del coronavirus e l’edizione numero 103 della nostra corsa sarà posticipata a data da destinarsi. Così dopo le corse di primavera già annullate, la Corsa Rosa sarà costretta a posticipare la sua partenza o a trovare altre località per le tre tappe dal 9 all’11 maggio. L’Ungheria, che avrebbe dovuto ospitare la grande partenza di Budapest e altre due tappe, si è tirata indietro. La speranza di veder partire la nostra corsa si è interrotta ieri mattina, quando il comitato organizzativo ungherese ha annunciato il suo ritiro, per non incorrere in possibili emergenze organizzative a causa del coronavirus. Questo messaggio dal sapore amaro, probabilmente nasconde un arrivederci al prossimo anno, perché riorganizzare tre settimane di corsa non sarà facile. Rinviare e scrivere un intero calendario sportivo è quasi impossibile e gli organizzatori delle corse sperano di trovare soluzioni. 
CAUSE DI FORZA MAGGIORE
Il filo rosa di questa corsa ha attraversato gli anni più cupi della nostra storia e solo la guerra, fino ad oggi, era riuscita a interrompere questa continuità. Rcs, organizzatrice della corsa, non vuole perdere le speranze, rimandando qualunque decisione definitiva a dopo il 3 aprile. Dopo Strade Bianche, Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo anche il Belgio si è arreso, annullando la E3 e la Gent-Wevelgem di marzo. Per il momento la prima gara utile potrebbe essere il Giro delle Fiandre in programma il 5 aprile, la festa delle Fiandre e del ciclismo mondiale. Il Belgio sta studiando come salvare la classica Monumento con un gruppo di virologi. Non sarà facile ma belgi e valloni per il bene del ciclismo stanno lavorando insieme. Diverso l’approccio della Francia, che nonostante la rinuncia di 5 squadre alla vigilia della Parigi-Nizza, per sospendere la corsa, ma solo alla penultima tappa, ha aspettato il ritiro, ieri, della Bahrein-McLaren. Sarà quasi impossibile ricollocare le corse, perché tra marzo e maggio saranno 50 le gare annullate e da rimettere in calendario. A questo punto la speranza, non solo per il ciclismo, sarebbe posticipare le Olimpiadi di Tokyo al 2021 per poter utilizzare agosto. Se così fosse allora si potrebbe pensare a un nuovo calendario, con il Giro messo in agosto e Tirreno-Adriatico, con Milano-Sanremo e Strade Bianche a ottobre. Settembre con Europeo e Mondiale sarebbe impossibile e a luglio ci sarebbe il Tour, mentre la parte finale di agosto è occupata dalla Vuelta di Spagna. Il ciclismo più di altre discipline sta soffrendo la pandemia causata dal coronavirus. Non è questo uno sport in cui è possibile fare gare in uno stadio con le porte chiuse. Poi con corridori di nazionalità diverse, che si spostano da una nazione all’altra, il rischio di contagio è veramente elevato. Non ultimo il caso di positività di Fernando Gaviria che ha costretto 4 squadre a rimanere in isolamento in UAE. 
RAFFICA DI CANCELLAZIONI
Quella di ieri è stata l’ennesima giornata di rinvii e cancellazioni. La maratona di Boston, con i suoi oltre 30000 partecipanti, dal 20 aprile è stata rinviata al 13 settembre. Rimandata anche la Volleyball Nations League 2020, che da maggio verrà disputata dopo i Giochi Olimpici. Anche la World Series della 36ª America’s Cup di vela, che si doveva disputare tra il 23 e il 26 aprile a Cagliari, è stata cancellata e una nuova data non è stata stabilita. A Baku, la tappa di World Cup di ginnastica artistica prima “fa finta” di andare avanti (con Vanessa Ferrari e Lara Mori qualificate per la final eight nel corpo libero) poi ci ripensa e cancella il programma di oggi e domani.
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