Coni, Renato Di Rocco si candida per la presidenza: «Finora gestione del tutto inadeguata»

Coni, Renato Di Rocco si candida per la presidenza: «Finora gestione del tutto inadeguata»
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Giovedì 1 Aprile 2021, 19:05 - Ultimo aggiornamento: 19:06

L'ex numero 1 di federciclismo Renato Di Rocco ha ufficializzato la sua candidatura per la presidenza del Coni. «Ho avvertito - ha spiegato Di Rocco - un diffuso malessere da parte del mondo dello sport per una gestione troppo personalistica ed elitaria, del tutto inadeguata, in particolare, nel difficilissimo momento che stiamo vivendo (a causa della pandemia da Covid ndr.). Il Coni in questi ultimi otto ha pensato molto all'immagine e poco alla sostanza», così l'ex n° 1 della Federazione Ciclistica Italiana. Che poi ha proseguito con una lunga dichiarazione alla vigilia delle elezioni del 13 maggio: «Ho sentito il bisogno di candidarmi perché, confrontandomi con i colleghi presidenti di federazioni, ho avvertito un diffuso malessere da parte del mondo dello sport per una gestione troppo personalistica ed elitaria, del tutto inadeguata, in particolare nel difficilissimo momento che stiamo vivendo».

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La candidatura

«Il Coni - prosegue Di Rocco - in questi ultimi 8 anni, ha pensato molto all'immagine e poco alla sostanza.

Siamo stati sempre sui giornali ed in televisione ma nel frattempo non è stato risolto neanche uno dei problemi che interessano alle Federazioni, agli Enti di promozione sportiva, alle società di base ed alle Discipline associate».

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Poi Di Rocco ha sottolineato che «nelle mie intenzioni deve tornare ad essere centrale il lavoro di squadra. Bisogna recuperare lo spirito di servizio che contraddistingue il mondo dello sport ed il Coni deve tornare ad occuparsi dei problemi della base. Meno riflettori e telecamere, più cose concrete. Faccio un esempio. Il Coni, durante la pandemia, ha abbandonate a sé stesse le società sportive e gli operatori dello sport, che stanno vivendo una crisi profondissima. Mai una volta il Coni ha evidenziato le ricerche scientifiche che dimostrano come palestre e piscine siano luoghi sani, dove la distanza è rispettata ben più che in autobus ed in metropolitana. E sapete perché non lo ha fatto? Perché era impegnato a chiedere al governo più potere e più dipendenti», così l'ex numero uno di federciclismo.

Che poi ha concluso: «Un altro errore è stato quello di non aver capito l'importanza della Riforma dello sport, delineata nel 2018. Grazie a quella Riforma, tra l'altro non ancora totalmente realizzata, lo sport italiano ha ricevuto dallo Stato, in soli due anni, ben 176,5 milioni di euro in più. Ma il Coni ha deciso di combatterla impegnandosi in una guerra sbagliata, con il risultato di perdere tempo in litigi e diatribe anziché affrontare i problemi per risolverli nell'interesse di tutti. Insomma la decisione di candidarmi l'ho presa perché sento che è venuto il momento di ricostruire un modello di gestione dello sport più democratico, più collegiale e orientato alla collaborazione con tutti gli operatori del sistema sportivo italiano», così Di Rocco.

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