La rivoluzione del Cio, arriva il sÌ ai Giochi "Nazionali". La speranza di Roma

La rivoluzione del Cio, arriva il sÌ ai Giochi "Nazionali". La speranza di Roma
di Carlo Santi
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Martedì 9 Dicembre 2014, 05:52 - Ultimo aggiornamento: 20:40
dal nostro inviato

MONTECARLO


Le Olimpiadi cambiano stile. Non è una rivoluzione ma un adeguamento ai tempi, un taglio netto con il recente passato, un passato che ha visto città come Pechino e Sochi spendere cifre folli per l'evento a cinque cerchi. Quei soldi - 51 miliardi per gli ultimi Giochi della neve dove è stata inventata una stazione sciistica - hanno spaventato il mondo. Il Comitato olimpico internazionale davanti alla mancanza di vocazioni, ossia di candidature, in vista del 2024 è corso ai ripari. Ha preparato 40 raccomandazioni per ridare slancio ai Giochi e ieri nella 127esima Sessione del Cio quelle regole salva Olimpiadi che faranno parte dell'agenda olimpica 2020 sono state tutte approvate dai 97 (dei 104 complessivi) membri del Cio presenti nel Principato.



TAGLI AI COSTI

Giochi low cost, ecosostenibili e, soprattutto, con la possibilità di interessare più città, con gli sport di squadra che potranno essere dislocati, per le fasi iniziali e fino ai quarti di finale, altrove. Un via libera per molte sedi visto che, con la dislocazione di alcuni sport, sono arrivate altre novità come quella di limitare la realizzazione di opere pubbliche, favorire strutture provvisorie per le gare. Non era mai accaduto nella storia delle Olimpiadi che avevano l'obbligo di lasciare in eredità qualche struttura. Inoltre, è stato deciso di frenare le presentazioni della città limitandole a quattro, pagate interamente dal Cio e, soprattutto, versare un aiuto economico di quasi 2 miliardi di euro per l'organizzazione. Un cambiamento nel segno della continuità e Thomas Bach, il tedesco che guida il Cio, ha spiegato: «Noi abbiamo il successo e il successo è il motivo migliore per cambiare».



ROMA È PRONTA

«Si apre una nuova era per le Olimpiadi», ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che lunedì prossimo riceverà il via libera per Roma 2024 dal premier Matteo Renzi al Foro Italico. «Con Renzi mi sono sentito anche oggi (ieri, ndr): voleva sapere come stava procedendo la Sessione del Cio - ha aggiunto Malagò - ed è rimasto soddisfatto delle conclusioni». Tutto è pronto per partire, a Roma. Le ultime vicende che stanno scandalizzando Roma non sembrano turbare il capo dello sport italiano. «Sono convinto quello che è accaduto sia da circoscrivere a una minoranza che deve essere emarginata. Dire no vorrebbe dire darla vinta a loro». Candidatura da spalmare su più sedi è una soluzione da prendere in considerazione. «Chi vorrà farlo dovrà dirlo subito - ha spiegato Bach - e non a Giochi assegnati», mentre Franco Carraro, che ha lavorato al programma olimpico, ha spiegato che «una candidatura compatta sarà sempre avvantaggiata».



LE RIVALI DELLA CAPITALE

Stamattina verrà deciso dove, nel settembre del 2017, si svolgerà la Sessione per l'assegnazione dei Giochi del 2024. La scelta è tra Lima ed Helsinki, con la città peruviana che appare in vantaggio. Ma, al di là della sede, sono diverse le città che vorrebbero organizzare le Olimpiadi. Le rivali di Roma sembrano essere, oggi, Parigi, la Germania con Berlino più di Amburgo, Istanbul, una città americana tra Los Angeles (favorita), Washington, Boston o Chicago, Baku, San Pietroburgo, una sede sudafricana tra Durban e la provincia di Johannesburg, forse Brisbane. La concorrenza non manca perché adesso l'Olimpiade può essere un affare anche per muovere l'economia del sistema Paese. Con la spending review del Cio si può ipotizzare un esborso complessivo di 6-7 miliardi ai quali ne vanno sottratti 2 in arrivo da Cio.



L'APPOGGIO GLOBALE

Roma ha dimostrato già nel 1960 di essere in grado di organizzare i Giochi. Il progetto messo a punto per il 2020 mostrava che la città avrebbe potuto ospitare tutte le gare senza costruire cattedrali nel deserto. «Adesso il problema è quello di dimostrare ai romani a gli italiani - ha osservato Carraro - che l'Olimpiade migliorerebbe la qualità della vita di tutti». Ma c'è un'altra battaglia da vincere: quella del sospetto. «Occorre fare tutto con chiarezza e trasparenza senza rifare gli errori del passato», ha aggiunto l'ex presidente del Coni ed ex sindaco della città.