Cio, Bach: «Legge sport irricevibile. Per l'Italia a rischio le medaglie di Tokyo». Spadafora: «Non l'ha letta»

Cio, Bach: «Legge sport irricevibile. Per l'Italia a rischio le medaglie di Tokyo». Spadafora: «Non l'ha letta»
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Domenica 27 Settembre 2020, 14:19 - Ultimo aggiornamento: 18:51

La riforma sullo sport «non rispetta la carta olimpica» e lo stallo sulla legge e il nuovo ordinamento concepito dalla riforma mettono a rischio l'operatività del Coni e del suo segretario generale, quindi anche «le chance di medaglie per gli azzurri ai Giochi di Tokyo» e «l'organizzazione di Milano-Cortina 2026». Quello del presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach, in visita in Italia per i Mondiali di ciclismo a Imola è un attacco frontale alla legge e al ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. Un affondo, durante un incontro stampa con l'agenzia Ansa e un gruppo selezionato di quotidiani e televisioni, a cui il rappresentante del governo replica in un botta e risposta a distanza dai toni molto duri.

«Secondo me Bach non l'ha letta» esordisce Spadafora riferendosi alla legge, e replicando punto su punto le obiezioni del capo dello sport mondiale. «Se per Bach l'autonomia del Comitato Olimpico in Bielorussia non è in discussione, figuriamoci in Italia...» incalza Spadafora tirando in ballo la crisi politica nel Paese guidato da Alexander Lukashenko. Mai un presidente del Comitato olimpico internazionale aveva alzato un muro così alto nelle relazioni con la politica italiana. Tanto da annunciare: «Al momento c'è un incontro programmato (con il ministro dello Sport, ndr) per il 15 ottobre, ma molto amichevolmente dico che oggi non ci sono le condizioni per farlo». Aspra la risposta di Spadafora: «Condivido. Del resto non era assolutamente previsto né nella data del 15 ottobre né in altra data». Nella sua disamina sulla questione italiana Bach aveva espresso le «molte preoccupazioni» del Cio e del suo Comitato esecutivo «riguardo la situazione e il funzionamento del Coni. E questa preoccupazione sta crescendo. Con queste legge il Coni non è conforme alla Carta Olimpica». Parole, quelle di Bach, che secondo Spadafora sono «inusuali» e «poco istituzionali».

Il ministro quindi ribadisce: «Indichi con chiarezza assoluta in quali punti la bozza non rispetta la Carta Olimpica, oppure eviti di trascinare il Cio in un dibattito davvero poco edificante per una istituzione così importante». Il capo dello sport mondiale ha espresso anche «preoccupazioni» sulla preparazione di alto livello («e questo può significare meno chance di medaglie per l'Italia»), timori che per il ministro hanno del «ridicolo»: «Una frase che offende l'Italia e i suoi grandi atleti», sottolinea ancora Spadafora. Bach esprime perplessità anche sull'operatività del segretario generale del Coni Carlo Mornati: «Ora - rileva - è soggetto alle istruzioni di società esterne al Coni». Con chiaro riferimento a Sport e Salute. «Anche il marketing impatta sui cerchi olimpici e non può dipendere da società esterne», sottolinea Bach che in modo sibilino minaccia: «Speriamo in una soluzione molto presto, perché Tokyo non aspetta e Milano-Cortina non aspettano».

Riguardo i Giochi invernali, per esempio, Bach si dice preoccupato per due venues: la pista pattinaggio velocità di Baselga Pinè e lo Sliding Center di Cortina per bob, skeleton e slittino: «Non posso parlare con il Coni perché non è nel pieno esercizio delle sue funzioni e questo per me è motivo di preoccupazione». Mercoledì dovrebbero sciogliersi gli ultimi nodi in seno alla maggioranza, intanto con gli stessi toni polemici Spadafora annuncia: «Chiederò conto a Bach di queste sue parole e di tutte le sue dichiarazioni in una lettera che gli invierò domani stesso. Intanto lo tranquillizzo sui preparativi di Milano-Cortina 2026 che procedono bene come potranno confermargli sia il Presidente del Coni che il Presidente della Fondazione Milano-Cortina 2026, che del resto sono la stessa persona: forse potrebbe in questo caso ravvisarvi qualche forma di conflitto di interesse, anche alla luce di notizie emerse dagli organi di stampa». Sulla riforma la tensione si fa sempre più alta.
 

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