Ciclismo, Cancellara: «Spero che il caso Froome si risolva presto»

Froome
di Redazione Sport
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Mercoledì 7 Marzo 2018, 16:19
«Il caso Froome? Speriamo che se ne uscirà al più presto, non c'è un si o un no, ma la cosa più importante personalmente è che lo risolvano presto. Per la chiarezza, per il ciclismo e per lo sport. Non è un bene per lui né per tutto quello che c'è intorno, sia il Giro, sia l'Uci, sia tutti quelli coinvolti. Abbiamo visto il caso Russia e altri casi e speriamo li risolvano tutti. Per quanto riguarda Froome, a prescindere se verrà sanzionato o no, l'importante è che è si decida». È l'opinione espressa dal campione olimpico Fabian Cancellara, all'Adnkronos, sul caso Chris Froome. Il 32enne britannico del Team Sky è stato trovato positivo il 7 settembre alla Vuelta (poi vinta) con un valore di salbutamolo doppio nelle urine rispetto al consentito, ma si è sempre professato innocente, essendo il salbutamolo contenuto in un farmaco che prende per l'asma. L'ex campione svizzero, soprannominato la Locomotiva di Berna, ha poi parlato dei possibili protagonisti della nuova stagione del ciclismo. «Saranno i soliti. Non c'è un fuoriclasse nuovo, penso a Lopez e Lucenko dell'Astana, che sono nomi nuovi, ma per le classiche ci saranno i soliti, Valverde, Sagan, Van Havermaet, Dumoulin, Quintana, i nomi sono quelli del ciclismo del 2017 e del 2018. Gli Italiani? Nibali e Aru per l'Italia sono le punte, abbiamo visto un Colbrelli forte, poi speriamo in Felline».

«PUNTARE IL DITO E' TROPPO FACILE»​
Il campione a cronometro è stato accusato in un libro di doping tecnologico, ma lui respinge al mittente tutte le accuse. «Il brutto nello sport, e nella vita in generale, è quando c'è un'accusa che non è vera, è brutto per una persona.
Sono stati momenti difficili e non belli per accuse non vere. Oggi si fa presto a puntare il dito quando uno lavora tanto e ha una bella casa..., o se uno va forte in bici. Viviamo in un mondo dove c'è tanta gelosia e invidia. Puntare solo il dito è troppo facile. La Russia, i problemi del calcio, le scommesse, penso che oggi ci sia meno doping nello sport, ma ci sono altre cose che non vanno bene. Io sono contento ora di andare in bici a casa con la famiglia con il motore, ma quando correvo le gambe erano il mio motore, sono quelle che fanno la differenza. Nella vita si vede la gente due volte, la ruota gira, se la giri in maniera sbagliata ti torna indietro. Se fai il cattivo ti torna indietro», ha aggiunto Cancellara, impegnato oggi sia come ambassador Laureus e per questo era a Montecarlo per gli Awards, sia in altri progetti.. «Sono coinvolto in vari progetti e adesso sono impegnato in un mio progetto che abbiamo inventato l'anno scorso e faremo nel 2018 a Follonica. Poi sono coinvolto nell'organizzazione del triathlon. Sono sports event e mi sto muovendo in questo senso e non faccio solo lavorare la gente ma lo faccio io in prima persona e questo mi dà stimoli, sono motivato. Del resto sono giovane, ho imparato tanto dallo sport ma ora la vita è diversa da prima, lo sportivo vive un incubo unico e da fuori è tutto differente, ma non ho voglia di tornare. Ho chiuso a Rio de Janeiro ed ho detto basta. A Tokyo ci voglio essere ma come spettatore», ha concluso il due volte campione olimpico.
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