La Carraro è di bronzo, Scozzoli chiude quarto

La Carraro è di bronzo, Scozzoli chiude quarto
di Piero Mei
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Mercoledì 12 Dicembre 2018, 14:53 - Ultimo aggiornamento: 15:50
Seconda medaglia per l’Italia ai mondiali di nuoto in vasca corta ad Hangzhou, in Cina: è di Martina Carraro nei 50 rana ed è ancora di bronzo. Per le “grandi firme”, in mattinata la Quadarella si è qualificata per la finale degli 800 domani, nel pomeriggio la Pellegrini è rimasta fuori dalle “magnifiche otto” dei 100 stile libero, Codia è entrato tra quelli dei 100 delfino. Gli Stati Uniti hanno vinto cinque finali su otto.

AMORE & BRONZO

L’amore fa bene a Martina: da quando vive con suo compagno Fabio Scozzoli, e con lui si allena con il coach Cesare Casella, Martina Carraro, venticinquenne genovese, è diventata un’altra, almeno a livello di risultati in piscina, nello stile praticato da lui e da lei, la rana.

Martina Carraro ha conquistato il bronzo nei 50 e l’ha fatto stabilendo per la terza volta nella rassegna iridiata di Hangzhou il terzo record italiano: 29:59 il responso di finale, che ha visto Martina seguire al muro finale la giamaicana Alia Atkinson, portabandiera del “nuoto dei neri” insieme con l’americana Manuel (che ad Hangzhou non è presente) e la lituana Meilutyte. 20:05 e 29:38 i tempi delle due prime classificate. Quella di Martina è la sua prima medaglia individuale internazionale e la prima mondiale di un’azzurra nello stile rana.

“Non mi aspettavo la medaglia; mi sentivo agitata ma alla partenza non lo ero più. Gareggiare con queste atlete, che meraviglia! Pensavo di avere un forte gap con loro, specie in vasca corta. Invece evidentemente abbiamo lavorato bene”. Poi ha una parola per Fabio: “L’ho visto subito dopo la sua gara; è un atleta maturo e un campione affermato, non ha bisogno che sia io ad incoraggiarlo e non credo che si lascerà abbattere dal quarto posto”.

FABIO GUARDA OLTRE

Fabio Scozzoli è quarto nei 100 rana: nuota un po’ impacciato i primi 50, cosa che non è da lui, e poi chiude in 56:48. L’oro premia Cameron Van der Burgh, il sudafricano primatista del mondo ed alla sua ultima gara, 56:01 il tempo.

“E’ ovvio che mi scoccia; sapevo che eravamo in quattro o cinque sullo stesso livello. Pensavo che Van der Burgh andasse così, perché lui il colpo lo ha sempre. Io speravo di essere più veloce e non sono stato efficace come ieri; il quarto posto ci può stare, ma se ambisci al podio dispiace. Ora staffette e 50 rana, ci sono altre gare, vedremo; sto bene, la condizione c’è, non ho fatto un tempaccio. Penso già alla prossima, questa ormai è andata”.

PIERO SI’, FEDE NO

Qualificati per le semifinali dei 100 delfino (Piero Codia) e dei 100 stile libero (Federica Pellegrini) i due azzurri hanno alterne vicende: Piero va in finale (domani) con il settimo tempo; Federica, quarta nella sua serie, diventa “seconda riserva” con il decimo tempo.

Per la Pellegrini il tempo di 52:86 non è niente di che e il risultato forse la spingerà con maggior convinzione a lasciare l’esplorazione della velocità ed a puntare sull’usato sicuro dei 200 stile libero.

Per parlare ha atteso la disputa della 4x50 mixed stile libero, due uomini e due donne: l’Italia si è classificata settima con il quartetto Condorelli, Vergani, Pellegrini, Di Liddo, nella prova vinta dai soliti americani con il record del mondo.

“Con la staffetta va bene, sapevamo di valere quello e abbiamo recuperato una posizione. I 100? Forse ho fatto un po’ troppo veloce il passaggio e poi l’ho pagato alla fine; più o meno è il tempo che ho nuotato tutto l’anno; non ho finito comunque: mancano ancora altre staffette”. Quelle per la medaglia internazionale numero 50? Sarebbe un’impresa. Ma intanto Federica trova il tempo di fare polemica, con qualche giornalista come è ormai d’uso: “la prossima volta nuoto con un bersaglio disegnato sulla schiena così potete sparare meglio” ha tuittato fra l’altro, prendendosela con una frase che diceva “non ce l’ha fatta a recuperare”.

Dice Piero Codia: “Questa volta nuoterò in corsia 1 anziche 8, come mi successe a Glasgow; va bene ugualmente. Una medaglia? Difficile, ma ci provo”.     

STELLE, STRISCE E MEDAGLIE

Cominciano bene le ragazze d’America: record del mondo (1.42:38) nella staffetta 4x50 mista femminile, con le italiane (Zofkova, Castiglioni, Di Liddo e Panziera) all’ottavo posto, 1.46:46.

E’ stato l’avvio di un tambureggiamento a stelle e strisce.

100 dorso e 200 stile libero senza azzurri in finale: entrambe sono degli americani; il dorso di Ryan Murphy che batte l’idolo di casa, il cinese Xu; lo stile libero è di Blake Pieroni. 49.23 per il soldato Ryan, 1.41:49 per Blake.

E nei 100 dorso delle donne la Smoliga tiene a bada Iron Lady, quella Katinka Hosszu, ungherese che nei 200 delfino aveva appena vinto il suo secondo oro in due giorni di mondiale. In questa finale quinta Ilaria Bianchi.
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