Boxe, due romani vincono la medaglia d'oro al torneo francese Les Ceintures

Boxe, due romani vincono la medaglia d'oro al torneo francese Les Ceintures
di Marco Pasqua
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Sabato 21 Maggio 2022, 12:24 - Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 15:51

Prima di salire su un ring, per la prima volta nella sua vita, un pugile spesso deve sconfiggere un avversario ostico, rappresentato dalla paura. Non la sua, ma, quasi sempre, quella dei genitori, raramente propensi a far avvicinare un figlio a questo sport, terrorizzati anche da molti luoghi comuni sul mondo dei guantoni. E' il caso di due talenti del pugilato romano, Mario Manfredi Frattarelli e Bianca Voglino, reduci da due medaglie d'oro conquistate in terra francese, nel torneo internazionale Les Ceintures, ad Argenteuil. 

 

«I miei genitori non erano contenti della mia scelta racconta Manfredi, 22enne del quartiere Prati, allenato dal maestro Alberto Arcesi Nessuno in famiglia si era mai avvicinato agli sport da combattimento.

Quando, però, hanno capito che questa era la mia passione, mi hanno lasciato libero. Ma ho dovuto faticare un po'». «In casa non l'hanno presa bene all'inizio ammette la Voglino, classe 1998, di casa alla Dna Boxe, nel residente Bastogi, a Boccea e, anzi, hanno cercato di farmi cambiare idea. Ma alla fine, quando hanno visto i sacrifici che ero disposta a fare per combattere, mi hanno sostenuta». Due storie diverse, con una partenza comune, quindi.

DA PRATI A BOCCEA
Manfredi Frattarelli inizia a indossare i guantoni a 11 anni. Una carriera lampo, la sua, costellata da successi anche internazionali, con la nostra Nazionale. A dicembre dello scorso anno, diventa campione italiano nella categoria dei 75 chili. Ma può vantare anche il titolo agli universitari. Due anni prima, nel 2019, aveva vinto sempre a Les Ceintures, nell'ultima edizione prima che il Covid fermasse il mondo del pugilato per due anni. «E' un torneo importante spiega Manfredi, che è iscritto al secondo anno di scienze biologiche dove puoi combattere con pugili provenienti da tutto il mondo». I suoi avversari, un irlandese, un francese e un tedesco, non sono riusciti ad avere la meglio. «Sono venuto in Francia pur dovendo sostenere, pochi giorni dopo, un esame universitario ammette Manfredi e, quindi, ero molto concentrato su entrambi gli eventi». Per via dell'impegno con la Nazionale, vive spesso in ritiro ad Assisi, nel centro federale. «E' una vita di sacrifici, non tipica per un 22enne ammette il pugile ma è quella che ho scelto e che mi soddisfa».

Voglino, invece, arriva alla boxe quasi per caso. Dopo un'esperienza nel Calcio a 5, nella serie C, infatti, decide di fare una lezione di prova di pugilato. «Da allora non ho più smesso racconta e oggi, con il maestro Aurelio Pili, sto cercando di dare il massimo e di tornare in Nazionale, dove sono stata per due anni». La sua palestra è nel residence Bastogi, un punto di riferimento per i giovani di un quartiere caldo, spesso dimenticato, dove lo sport è erroneamente considerato un lusso. «La boxe, rispetto al calcio, è molto più impegnativa a livello mentale spiegaVoglino Io, poi, sono una persona emotiva e, per me, ogni match è una sfida anche con me stessa. In Francia ha sconfitto una francese ed una tedesca.

Oltre ai due ori di Voglino e Manfredi, si segnala quello della viterbese Melissa Gemini (già oro agli Europei e campionessa italian youth 2020) e di Martina La Piana, tesserata con le Fiamme Oro.

marco.pasqua@ilmessaggero.it

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