Basso: «Ora corro per Contador ma voglio vincere ancora»

Basso: «Ora corro per Contador ma voglio vincere ancora»
di Gabriele De Bari
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Venerdì 17 Ottobre 2014, 06:04 - Ultimo aggiornamento: 09:36
Dopo oltre dieci stagioni vissuti da capitano, Ivan Basso, si è trasferito alla corte di Alberto Contador nello squadrone Tinkoff. A 37 anni, dopo i podi al Tour e due Giri d'Italia vinti, il varesino è pronto a tuffarsi nella nuova avventura con l'entusiasmo di un ragazzo, per chiudere alla grande una longeva e luminosa carriera.



Che effetto le fa non correre più da leader?

«Se vedi che le gambe non rispondono come una volta devi prendere coscienza della realtà. Quando venivo staccato mi sentivo patetico e non era giusto né verso l'immagine, costruita con tanti anni di lavoro, sacrifici e risultati, né verso i tifosi. Meglio mettere la mia esperienza al servizio di un campione come Alberto».



Come è nato questo matrimonio?

«Tempo fa mi ero sentito con il patron Oleg Tinkoff il quale mi caldeggiava la possibilità di allestire la squadra più bella del mondo. Ho subito accettato la proposta».



Più bella o più vincente?

«Entrambe le cose. L'idea di Tinkoff era quella di far correre insieme corridori di diverse culture e personalità e che, allo stesso tempo, sapessero centrare risultati di prestigio. Così ha formato una super formazione di trenta atleti, che prenderà parte a tutte le corse in programma».



Cosa pensa di garantire a Contador?

«Spero di contribuire ai suoi successi perché, anche se non sono più un vincente, posso ancora dare molto al ciclismo».



Da amico ed ex compagno di Nibali diventerà l'alleato del suo più temibile rivale...

«Con Vincenzo mi lega un rapporto di amicizia speciale, è un ragazzo straordinario che merita i risultati che sta ottenendo. E' stato importante nella vittoria del Giro del 2010 ma sono un professionista e adesso devo guadagnarmi lo stipendio aiutando Contador».



Correrà il Giro o il Tour?

«Per stilare i programmi il team aspetterà di conoscere il percorso del Tour, che verrà svelato la settimana prossima».



Il campione spagnolo tornerà per rivincere la maglia rosa.

«Alberto è un atleta completo, che cura i minimi dettagli, davvero un esempio di classe e volontà».



Come cambierà il suo modo di gareggiare?

«Finora ho sempre curato la classifica e seguito delle precise strategie tattiche. In futuro avrò meno responsabilità e potrò essere più libero di interpretare la corsa».



Torneremo a vedere Basso protagonista?

«Ne sono convinto. Proprio il nuovo modo di correre mi garantirà maggiori occasioni. Meglio staccarsi tante volte e lasciare comunque un segno, magari conquistando una tappa».



Quando comincerà la nuova stagione?

«La settimana prossima con il ritiro in Tanzania. Insieme ad Alberto saliremo a piedi sul Kilimangiaro, a oltre cinquemila metri. Non sarà un allenamento ma solo un'esperienza nuova. E, subito dopo, cominceremo invece un ritiro in altura, sul Monte Teide, alle Canarie. Il ciclismo è molto cambiato: non si corre più per tre mesi all'anno. Ormai il calendario è talmente fitto che praticamente si gareggia senza sosta per una stagione intera».



Perché in Italia non ci sono più squadre Pro Tour?

«E' l'effetto della crisi. Il ciclismo offre ottimi ritorni pubblicitari, mi auguro che qualche azienda torni a investire in questo sport popolare».



Le vittorie al Tour di Armstrong sono state cancellate. Le dispiace che non le sia stato attribuito il successo del 2005, quando arrivò secondo proprio alle spalle del texano?

«Sinceramente non voglio guardare al passato. Mi sono ricostruito un'immagine e su quella voglio concentrarmi. Voglio pensare al mio futuro, a vivere bene questi due anni che mi sono ancora rimasti. Il mio desiderio principale è correre e divertirmi, fino a quando avrò la voglia di alzarmi presto la mattina e di cominciare subito gli allenamenti».