Salto con l'asta, così a Roma Duplantis ha fatto cadere l’ultimo muro: quello di Bubka resisteva dal 1994 Il post dell'asso ucraino Rivedi il salto record

Così a Roma Duplantis ha fatto cadere l’ultimo muro: quello di Bubka del 1994 Il post dell'asso ucraino Rivedi il salto record
di Piero Mei
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Venerdì 18 Settembre 2020, 06:40 - Ultimo aggiornamento: 07:58
Con un tipo come Armand Duplantis detto Mondo a spasso per la città, c’è da tenere le finestre chiuse abitando al primo e forse anche al secondo piano: Armand potrebbe non suonare alla porta ma entrare direttamente dalla finestra, giacché salta “abitualmente” ben oltre i sei metri ed ha una passione per il “salto libero”, visto che può farlo (e all’occasione lo fa) in piazza. Un nuovo Mondo gira così sulla testa di questo vecchio mondo: è Mondo Duplantis, mezzo americano e mezzo svedese che ha scelto sportivamente questa patria materna tanto per non avere troppi problemi di concorrenza nel vestire la maglia di una nazionale di atletica. Non ne avrebbe avuti neppure negli Stati Uniti visto che è il primatista del mondo del salto con l’asta due volte: aveva saltato 6.18 al chiuso di un tetto di un palazzetto, cancellando il francese Lavillenie che aveva fatto scendere di un gradino addirittura Sergey Bubka, ora, con il volo di ieri sera all’Olimpico romano saltando 6,15 metri, ha tolto a Bubka anche il mondiale en plein air, che l’acrobata ucraino teneva dal 1994, quando Duplantis, che è un ragazzo del ’99, non era ancora nato. 

 
GITANE SENZA FILTRO
La pedana è famosa per la sua spinta: più d’una volta il record del mondo è cambiato all’Olimpico; mirabile quella del 1984 quando il francese Thierry Vigneron lo stabilì saltando oltre i 5,91 metri, ma al turno successivo Sergey Bubka andò più su di tre centimetri, 5,94, e il record di Thierry durò lo spazio di una sigaretta: la Gitane senza filtro che Vigneron fumava seduto a bordo campo mentre guardava quel terribile ucraino che per salire su quella luna fu costretto a buttar via un mucchietto di dollari. Sergey aveva un vezzo che era anche una regola finanziaria: giacché ogni record del mondo anche nei suoi giorni sovietici valeva qualche migliaio di dollari, lui, pur avendo nelle gambe ben più dei sei metri, saliva un centimetro alla volta, ottimizzando le proprie qualità di uomo volante. Questo Duplantis sembra più figlio del suo tempo, un Millennial sognatore. Proprio alla viglia dell’impresa di ieri quando gli avevano chiesto quale angolo di Roma avrebbe scelto per spiccare il volo in piazza, aveva risposto, insieme molto sincero e un po’ ruffiano, che Roma è bella ovunque e dunque scegliete l’angolo, pure se aveva subito accettato il suggerimento “Colosseo” e sì immaginava là, pedana al centro, un po’ gladiatore e un po’ imperatore, il che avrebbe anche potuto essere nel 2024 se ci avessero fatto fare le Olimpiadi o almeno provare a farlo. Duplantis ha dovuto contentarsi di un Olimpico splendidamente organizzato ma deserto per via del Covid. L’urlo della folla non lo ha sostenuto: ha dovuto farlo da solo e l’ha magnificamente fatto. Or non c’è uomo che con i propri mezzi e soltanto un’asta sia salito più in alto di lui. Quando Bubka fece il 6,14 appena cancellato era salito sul cucuzzolo del Sestriere, quasi ad avvicinare la meta stellata. Mondo si è accontentato dalla pedana magica dell’Olimpico, che pare meglio del tappeto volante di Aladin. Peccato, anche per lui, che gli abbiano rinviato di un anno le Olimpiadi di Tokyo, sempre che un anno basti: altrimenti si parlerebbe di Mondo come dell’oro olimpico. 



L’ABBRACCIO
E’ stato bello che tutta la compagnia degli astisti sia corsa ad abbracciarlo dopo il primato: tutti tamponati, tutti controllati, ma anche tutti presi dall’entusiasmo per l’impresa. Scalzare dalla lista dei record un tipo come Sergey Bubka fa sempre un effetto particolare: bisogna davvero arrampicarsi fin quasi alla “seconda stella a destra”, quella dell’isola che non c’è di Bennato. Lì c’è l’isola della Bubka sulla quale ora sta giocando un ragazzo di Lafayette, stato della Louisiana, 181 centimetri di altezza, 68 chili di peso che si chiama Armand, al quale il salto con l’asta fu dato dal dna paterno: Greg Duplantis era un astista, Armand detto Mondo è un artista. 
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