Kipruto, dall'oro di Rio all'accusa di stupro

Conseslus Kipruto
di Mario Nicoliello
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Venerdì 20 Novembre 2020, 20:51

Altro che record del mondo e duri allenamenti in vista di un nuovo assalto all’oro olimpico. Il 2020, anziché innalzare, rischia di affossare definitivamente la parabola agonistica di Conseslus Kipruto, adesso seriamente alle prese non con una competizione agonistica, dove è il cronometro a dettare legge, bensì con una grana giudiziaria non di poco conto: l’accusa di aver avuto rapporti sessuali con una minorenne. 

Ad agosto fu il Covid  

In estate tra il keniota e il tentativo di frantumare il primato mondiale dei 3000 siepi ci si era messo di mezzo il Coronavirus. Galeotto fu il tampone prima del meeting ferragostano di Montecarlo: esito positivo e niente trasferta in Riviera. Così lo stato di forma acclarato dai riscontri cronometrici registrati in patria andò a farsi benedire e al campione olimpico di Rio e iridato di Londra e Doha – quindi padrone indiscusso delle siepi dal 2016 ad oggi – non restò che aspettare un tampone negativo. Cosa prontamente verificatasi un mese più tardi, ma nella trasferta settembrina in Qatar la scelta di gareggiare sui 1500 fu velleitaria: ritiro anzitempo e arrivederci al 2021. 

Ora c’è la minorenne 

In autunno tra l’atleta degli altipiani e il sogno di un nuovo oro a cinque cerchi si è intromessa un’adolescente di 15 anni, che a fine ottobre ha sporto denunciò alle autorità locali della Rift Valley mettendo nero su bianco – tra l’altro su un foglio di carta, la cui copia è circolata pure sui Social – un capo accusatorio che potrebbe far concludere la carriera di Kipruto. Nella notte tra il 20 e il 21 ottobre nel villaggio di Tironin, a Mutwot nella contea dei Nandi, l’atleta sarebbe incorso nel reato che in Kenya è definito contaminazione, ossia aver tenuto rapporti sessuali con una minorenne.

Ad aggravare la cosa c’è il fatto che la ragazza abbia meno di 16 anni, pertanto Kipruto, in caso di condanna definitiva, rischierebbe almeno 20 anni di carcere.  

Secondo quanto riportato dai media kenioti, per settimane dopo l’accaduto il campione olimpico e mondiale ha eluso la polizia, che più volte si era presentata nella sua abitazione di Mosoriot, in compagnia della vittima. Sfruttando il tracciamento tecnologico per via del cellulare, Kipruto è stato poi rintracciato e contestualmente arrestato l’11 novembre. Durante l’interrogatorio Kipruto ha negato l’accusa, dichiarandosi non colpevole e non aggiungendo alcunché a sua difesa. Al termine è stato rilasciato, dopo il pagamento in contanti di una cauzione di 2000 dollari. Sempre secondo quanto si apprende surfando sui siti di Nairobi e dintorni, il caso dovrebbe essere dibattuto davanti al giudice di Kapsabet il 10 maggio 2021. 

Avvenire in bilico 

La carriera del venticinquenne, nato a Eldoret nel dicembre 1994, potrebbe essere dunque al capolinea, giacché Kipruto non è più nello stato psicologico perfetto per potersi allenare con profitto. A rendere ancora più amaro l’accaduto, c’è poi la circostanza che Kipruto sia un atleta militare, di professione poliziotto. Non certo un buon comportamento, il suo, per onorare la divisa. L’opinione pubblica in Kenya lo ha già condannato, ma il giudizio definitivo spetterà al magistrato. Intanto sognare i Giochi Olimpici è un azzardo, pensare agli inviti e agli ingaggi della Diamond League quasi un’utopia, ma anche la speranza in qualche convocazione per uno stage con la Nazionale pare ormai sfumata. È il paradosso dei nostri tempi: conta sempre di più l’immagine e non c’è tempo per aspettare che la sentenza passi in giudicato. 

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