America's Cup, dopo l'incidente American Magic tornerà in gara: le parole dello skipper Terry Hutchinson. Intanto è sfida fra Luna Rossa e Ineos Team

Patriot del Team American Magic dopo l'incidente
di Francesca Lodigiani
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Lunedì 18 Gennaio 2021, 17:44 - Ultimo aggiornamento: 19:36

American Magic tornerà alla Prada Cup. Lo ha confermato lo skipper e CEO della sfida del New York Yacht Club per l’America’s Cup Terry Hutchinson, 11 mondiali  su monotipo e cinque Coppe America alle spalle,  tra le quali quella del 2000 come randista di America One con Paul Cayard, l’antagonista di Luna Rossa nella Louis Vuitton Cup. Un uomo che nonostante i suoi 52 anni, a costo di grandi ore in palestra per allenare il fisico, è a bordo di Patriot  con i suoi “ragazzi” col ruolo di grinder. Dopo una notte passata con i tecnici a valutare i danni e quanto sia necessario fare per tornare a competere, alle 15 di lunedì 18 gennaio ora di Auckland in Nuova Zelanda, le 3 del mattino in Italia, ha incontrato  i media di mezzo mondo. La sintesi è che American Magic salta le regate del prossimo week end, il 3° e 4° Round Robin e passa direttamente alle Semifinali tra il secondo e il terzo classificato. A questo punto da venerdì la partita resta tra Luna Rossa e INEOS Team UK , rispettivamente a 2 e 4 punti, che si affronteranno due volte. L’interrogativo è se restino in programma le prove che ciascuna di esse dovrebbe disputare con American Magic. In passato infatti, in casi di avarie e forfait, l’avversario doveva comunque prendere il via e fare da solo il percorso a conclusione del quale prendeva il punto della regata in cui l’avversario non si era presentato. Quanto ad American Magic, ecco quanto dichiarato da Hutchinson.  

“Il danno è grave, ma è certo che torneremo, al 100%.

Alla base è in atto un’attività frenetica. Prima va tagliato il carbonio dello scafo dove c’è il buco nella parte sinistra, per fare la riparazione e chiuderlo. Poi si passerà all’elettronica. Avevamo portato dagli Stati Uniti tutti i back up necessari e ci sono i nostri uomini per questo, più altri 4 che hanno lavorato con noi che stanno arrivando. Andremo avanti passo passo per fare tutto e puntare sulle semifinali della Prada Cup dal 29 gennaio, cercando di uscire in mare anche prima, per mettere a punto la barca.”

In un colloquio con Shirley Robertson, inglese,  due ori olimpici (Europa Sydney 2000 e Yngling Atene 2004), che per l’organizzazione commenta in mare le regate, risponde poi pacatamente ad alcune domande sull’incidente avvenuto su un rinforzo improvviso del vento al giro dell’ultima boa di bolina del percorso, mentre conduceva nell’ultima prova del secondo Round Robin della Prada Cup  su Luna Rossa Prada Pirelli.

Cosa ricorda dell’incidente, del decollo e della scuffia?

“Stavamo navigando normalmente, “business as usual”. Stavo macinando (girando le manovelle del winch ndr) quanto più potevo perché stavamo poggiando e  Goody ( il randista Paul Goodison, 43 anni, oro Laser a Pechino ndr) avrebbe avuto bisogno di corrente per lascare molto e poi cazzare  la vela e continuare a volare verso la fine della regata, quando ho sentito dire a  Dean ( il timoniere Barker ndr)  “sto perdendo la presa del timone” A quel punto ho pensato fosse il caso di lavorare alla via di fuga ( Hutchinson si trovava sottovento ndr). Solo che era un po’ compromessa.  Allora ho preso il coltello per aprirmi la strada e uscire dalla barca. Per fortuna due compagni stavano facendo lo stesso e mi hanno aiutato e uno col suo coltello ha tagliato qualcosa che mi tratteneva e abbiamo nuotato e siamo usciti da sotto la vela.”

Cosa è andato storto ?

“Abbiamo rivisto il video per capire. C’erano 12.5/13 nodi di vento nell’approccio alla boa e si sente l’usuale dialogo in cui si dice che vogliamo tenere il lato sinistro. Un paio di scambi, poi abbiamo fatto quello che pensavamo fosse corretto fare, ed è arrivata la botta. D’altronde la barca la devi portare al limite per trarre il massimo. Quanto regati, con qualsiasi barca, spingi al massimo possibile. “

 Cosa  ha determinato una scuffia così ?

“Molto vento.

Un timone in stallo.

Un po’ di vento apparente che passa a poppa.

Forse non abbastanza velocità ci allargavamo.

La sartia volante che era stata lascata, ma impediva comunque alla randa( la vela principale ndr) di aprirsi del tutto. Quello è stato un elemento . Noi però ne eravamo ignari. Lo abbiamo capito guardando il video. A bordo non avevamo la sensazione di qualcosa di anomalo. Quella manovra l’abbiamo provata 100 volte. “

Gran lavoro in vista quindi per gli uomini di American Magic e del New York Yacht Club tra i quali un italiano eccellente, l’ingegnere Silvio Arrivabene, che si ricorda come responsabile del programma tecnico e della costruzione di Alinghi. Arrivabene è il Design Production Manager di American Magic. Anche  sulle sue spalle quindi l’impresa di riportare velocemente  Patriot in efficienza. 

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