Luna Rossa perde a testa alta: la Coppa America è ancora di Team New Zealand

Luna Rossa
di Francesca Lodigiani
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Mercoledì 17 Marzo 2021, 06:36 - Ultimo aggiornamento: 09:16

Luna Rossa Prada Pirelli perde con orgoglio e  a testa alta la 36° America’s CupEmirates Team New Zealand con la veloce Te Rehutai vince la 10° prova e si assicura la 7° vittoria che le permette di tenersi la Vecchia Brocca. Finisce 7 a 3 l’impresa della Luna a Auckland, il miglior risultato di sempre di uno sfidante italiano in Coppa America. “È stata una esperienza fantastica- dice all’arrivo il timoniere Checco Bruni – congratulazioni a Team New Zealand, ma noi abbiamo dimostrato al mondo che potevamo farlo. Non è finita e sono sicuro che Luna Rossa e Mr Bertelli ci riproveranno. Abbiamo acquisito molta esperienza. Grazie Italia per il supporto.” Alle parole del timoniere di sinistra della Luna fanno eco quelle di Jimmy Spithill che ci tiene soprattutto a ringraziare il team a terra per l’incredibile lavoro fatto e le famiglie. Il fuoriclasse australiano si lancia pure in uno spontaneo “Grazie Italia !” aggiungendo che quella con il team italiano è stata una delle campagne più piacevoli che abbia mai vissuto, lui che ne ha già collezionate 7.

Ci sono lacrime a terra, al villaggio dell’America’s Cup tra il gruppetto di mogli e ragazzini della Luna che in tricolore ha seguito anche l’ultima regata, immerso in un oceano di bandiere della Nuova Zelanda. E’ la fine di un capitolo importante anche per loro e la verità è che questa volta tutti ci avevano sperato che la conquista si potesse realizzare, perché mai la Coppa era sembrata così vicina. Va però dato credito ai kiwis di esser riusciti a migliorare la performance di Te Rehutai molto rapidamente dall’ inizio della finale, tanto che neppure l’equipaggio superiore di Luna Rossa, che si è aggiudicato quasi tutte le partenze e che oltre alle tre vittorie, è stato in testa per parte di altre tre regate, alla fine è stata in grado di arginarla. E’ stata una lunga marcia di successo, quella che da gennaio a oggi ha portato Luna Rossa a sfidare Emirates Team New Zealand.

Dopo i Round Robin, vinti da Ineos Team UK con Ben Ainslie, la Luna ha infatti affrontato e battuto per 4 a 0 American Magic del New York Yacht Club e poi, nelle finali della Prada Cup, per 7 a 1 gli inglesi del Royal Yacht Squadron.

L’ultima regata

C’è vento oscillante sui 10 nodi mercoledì 17 marzo, Saint Patrick Day, sul campo A nel Golfo di Hauraki, quello noto per non aver mai mostrato un “sorpasso” in tutte le regate che lì si sono svolte. La partenza è quindi vitale, e il timoniere di destra Jimmy Spithill ancora una volta parte bene. I kiwi a quel punto fanno però una scelta tattica precisa, vogliono il lato destro del campo e virano da quella parte, mentre la barca italiana si dirige verso la sinistra. Una scelta azzeccata quella dei neozelandesi premiata, come martedì, da un salto di vento favorevole che li porta subito in testa.

Luna Rossa combatte, tanto che alla prime due boe ha uno svantaggio di pochi secondi, 7 e 9, ma poi, libera, Te Rehutai sprigiona i suoi cavalli e allunga il distacco che sale a 27”, 37”, 49” e si cristallizza in 46” all’arrivo.

L’epilogo

La 36° edizione della America’s Cup, la prima, e si spera l’unica dell’era Covid, si conclude in un tripudio di bandiere neozelandesi, nella doccia di champagne su Te Rehutai sulla quale sale quasi tutto il team - tra i presenti a congratularsi e a festeggiare anche il Presidente del team kiwi Matteo De Nora – nello sportivo applauso dei ragazzi di Luna Rossa agli avversari, nella soddisfazione di Peter Burling che dopo il successo a Bermuda nel 2017, può scrivere nel suo diario anche quello di questa difesa. La Nuova Zelanda, col guidone del Royal New Zealand Yacht Club, dopo gli Stati Uniti, è la nazione che ha fatto sua la Coppa per più volte. Una conquista e una difesa di successo con Peter Blake e Russell Coutts nel 1995 e nel 2000, e poi con Grant Dalton e Peter Burling la riconquista nel 2017 e questa vincente difesa. Ancora una volta i kiwi hanno mostrato di essere i più bravi nel realizzare barche performanti. In questa edizione inventandosi tra l’altro dal nulla, come è nel diritto del Defender, una barca mai esistita prima, l’AC 75, monoscafo foiling, col quale, si è visto, è possibile fare match race e mandare in scena delle partenze combattute nonostante le altissime velocità. I kiwi sono stati bravi a sfruttare al meglio il potenziale del loro scafo nel corso della finale. A digiuno di regate, di confronto reale con un avversario, ogni giorno hanno imparato e migliorato le prestazioni di Te Rehutai. Resta il rammarico di quelle due e tre prove che per sfortuna o errori Luna Rossa non è riuscita a vincere mentre le prestazioni dei kiwi erano ancora comparabili, perché quando il delta di prestazione sale, in qualsiasi classe velica prevalere diventa improbabile, nonostante gli uomini migliori, come certifica la sconfitta di Dennis Conner col rosso Liberty nel 1983 ad opera di Australia II, che chiuse un capitolo di dominio americano lungo 132 anni. 

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