IL PARERE
La vicenda ha scosso ancora il mondo del ciclismo, dove la popolarità di Pantani è rimasta intatta nel tempo. «I fatti emersi sono molto sconvolgenti, perché chiamano in ballo la camorra, perciò vanno verificati fino in fondo - spiega il ct azzurro Davide Cassani - sono curioso di sapere come andrà a finire questa brutta storia. Credo che gli sportivi vogliano conoscere realmente quello che è accaduto al Giro del 1999. Se il contenuto dell'intercettazione, in mano agli investigatori di Forlì, corrispondesse al vero tutti dovrebbero rivedere le considerazioni fatte in quegli anni. La famiglia, comunque, ha il diritto di sapere quello che è successo a Marco, e se davvero su quell'esclusione per ematocrito alto c'è stata la mano della camorra. Quindi la mamma ha fatto bene a cercare la verità sul figlio, in questi anni, senza arrendersi mai. Il mio auspicio, e credo quello dell'intero popolo del ciclismo, è che finalmente si possa conoscere ogni risvolto della vicenda, perché siamo davanti a una situazione che ha dell'incredibile e che ha coinvolto Pantani quando era il ciclista più famoso al mondo. Da quella mattina non si è mai più ripreso». Cassani preferisce ricordare il Pirata in maniera diversa dalle beghe giudiziarie. «Mi piace rivedere in tv e rivivere nella mente le sue straordinarie imprese sportive, quelle incredibili sfide alle grandi montagne d'Europa dove scattava e vinceva con la classe dei campioni puri. Imprese che hanno fatto la storia del ciclismo e che hanno reso immortale il povero Marco».
G. D. B.
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