Stranger Things 2, su Netflix il ritorno della paura (in tempo per Halloween)

Stranger Things 2, su Netflix il ritorno della paura (in tempo per Halloween)
di Simona Orlando
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Martedì 17 Ottobre 2017, 15:38 - Ultimo aggiornamento: 19:04
Le cose che già erano strane, lo saranno molto di più nella seconda stagione di Stranger Things, la fortunata serie tv targata Netflix in onda strategicamente dal 27 ottobre, giusto in tempo per Halloween. Si riprende proprio dalla festa delle zucche e dei fantasmi, per confondere i piani fra la realtà e l'incredibile, che non regala né dolcetti né scherzetti. 

A oscillare fra le due dimensioni, ci sono gli stessi ragazzini, un anno dopo aver salvato Will dal Sottosopra, tornati alla normalità e travestiti da Ghostbusters, ennesimo omaggio ai film anni 80, sempre più esplicito, con due attori ripescati dai Goonies e da Aliens-scontro finale (Sean Astin e Paul Reiser). È il 1984 e non c'è pace nella cittadina di Hawkins. Il capo della polizia Hopper glissa sui misteriosi avvenimenti, Joyce (la nevrotica Wynona Ryder che grazie al boom della serie si è riposizionata ad Hollywood) assapora la stabilità di una relazione sentimentale, la banda di adolescenti è alle prese con nuovi amori, ma il laboratorio che fa tremendi esperimenti è ancora aperto e Will, sopravvissuto al marcio mondo parallelo, comincia a ricordare, in una specie di disturbo post-traumatico da stress.

Lui, che come il personaggio di Barb (e prima ancora la Laura Palmer di Twin Peaks) ha funzionato per sottrazione, perché sparito subito e quindi cercato forsennatamente dai suoi compagni e dagli spettatori, rammenterà a botte epilettiche ciò che gli è accaduto, chiarendo cosa sia esattamente quel Sottosopra su cui il web si scervella. I fan sono in subbuglio dopo aver visto i trailer che mostrano Eleven riemersa dai boschi. È la visitatrice che non ha nome, solo un numero, Undici, sfuggita ai test di un'agenzia governativa segreta che le hanno lasciato in eredità sorprendenti capacità psichiche e che serve da ponte con il soprannaturale. La minaccia che affronteranno è un'altra creatura, il mostro-ombra che copre il cielo e fa impallidire il vecchio Demogorgone. Stranger Things vive della spinta propulsiva della prima stagione, che ha fatto bottino di premi, e di una portentosa campagna di marketing, dai poster che fanno leva sulla nostalgia evocando Nightmare e Stand By Me, al videogioco pixelato con la grafica Atari e al Monopoli dedicato, dalla mostra interattiva creata a Toronto, dove, dopo ore di fila, si entra nella sinistra foresta di neon, alla schiera di Dustin (il personaggio più divertente della ganga) che ha invaso in risciò le strade di New York. Da nerd a chic: la maglia con stampata la faccia dei protagonisti ha sfilato sulla passerella parigina di Louis Vuitton.

Sono loro a funzionare, esplorando il mondo in bici e a colpi di Dungeons&Dragons. L'assenza di tecnologia crea la situazione perfetta per raccontare storie dell'orrore. Non esistono internet e cellulari ma giochi da tavolo e pomeriggi all'aperto per infilarsi in avventure dietro l'angolo. I ragazzini controllano il panico solo se stanno insieme e, tirando i dadi, si preparano a combattere le forze oscure e a riscattare i compagni in difficoltà come nessun adulto saprebbe fare. I cinque giovanissimi attori, tutti tra i 13 e i 16 anni, sono ormai superstar, i più eleganti alle cerimonie degli Emmy, i più ingaggiati al cinema, soprattutto Finn Wolfhard, già in IT, e Mollie Bobby Brown, in Godzilla: King of the Monsters. Finora hanno guadagnato 270 mila dollari a testa per stagione, ma sono pronti a rinegoziare il contratto per la terza e quarta in lavorazione. Le conseguenze di un simile successo, saranno il vero mostro che dovranno combattere.

 
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