GLI EFFETTI
Ma, intanto, l’effetto di questo primo accordo riguarda il telespettatore a pagamento, che si ritroverà senza costi aggiuntivi un’offerta decisamente allargata e allettante. Per dire: il cliente Mediaset Premium da giugno dovrebbe cominciare a vedere il canale delle serie Sky Atlantic, il canale di House of cards (la sesta stagione sarà senza Kevin Spacey) e di altri prodotti di successo da Young Pope a Gomorra, Babylon Berlin, al prossimo Billions 3 (in onda da fine marzo), l’atteso Il Miracolo di Niccolò Ammaniti, le produzioni Disney e Fox - come Westworld 2 Il Trono di Spade, Grey’s Anatomy, The Walking Dead, Trust, ma anche il canale di intratteniento Sky 1, più un mix di sport senza il calcio e l’accesso al magazzino on demand. Mentre il cliente Sky, a seconda dei pacchetti di abbonamento, avrà la possibilità di vedere non solo le serie trasmesse da Mediaset premium ma, soprattutto, il ricco catalogo cinematografico con le esclusive Warner e Universal con i blockbuster hollywoodiani e i film italiani di maggior successo (ogni anno mediamente oltre mille e 400 titoli tra cui Wonder Woman, Dunkirk, L’ora più Buia, Cinquanta Sfumature Di Rosso, Justice League, It, L’uomo di Neve.
Non c’è dubbio che si tratta di un cambiamento notevole. Del resto i segnali di disgelo fra i due nemici erano già arrivati l’anno scorso, quando Piersilvio Berlusconi durante la convention Mediaset a Montecarlo per la presentazione dei palinsesti si disse pronto a cedere i diritti sulla Champions league al nemico Sky. Poi non è successo nulla, ma c’era già la consapevolezza che farsi la guerra all’ultimo sangue era diventato uno spreco assurdo di risorse nel momento in cui di risorse c’è assoluto bisogno. Anche perché c’è da fronteggiare l’aggressività delle piattaforme digitali (non solo Netflix ma anche Amazon prime video). Allora meglio allearsi che farsi la guerra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA