La protagonista è una ruvida professoressa di matematica in pensione sotto il cui sguardo sarcastico passano le vicende di una cittadina del New England. Frances, che a differenza di molte dive non solo non nasconde ma dichiara senza complessi la sua età (57), è semplicemente strepitosa. Moglie del regista Joel Coen, musa del cinema d’autore americano, è stata lei a scoprire il libro e ad acquistarne i diritti già prima che la Strout vincesse il Pulitzer.
Cosa l’ha spinta ad affrontare questa avventura?
«La necessità di pianificare una nuova carriera: mio figlio, 13 anni, presto andrà via da casa e io non voglio passare il tempo a piangere. Scherzi a parte, mi ha entusiasmato la sfida di interpretare una grande donna che vive alla periferia della vita degli altri. Olive Kitterdige è tutt’altro che una storia di donnicciole. Nel personaggio ho incorporato tutte le mie esperienze precedenti, è come se lo aspettassi da 35 anni».
Ma perché non portare il libro sul grande schermo?
«I novanta minuti di un film non sarebbero bastati. Le storie delle donne sono talmente ricche e complesse che hanno bisogno della lunga durata televisiva. La tv, inotre, offre delle magnifiche opportunità a un’attrice della mia età. Nella mia carriera ho interpretato tanti ruoli di supporto a protagonisti uomini. Essere ora Olive è un atto sovversivo».
Come definirebbe il suo personaggio?
«Secondo la tradizione dei pionieri americani, Olive non esprime le emozioni, non piange di fronte al dolore, reprime ogni sentimento».
La miniserie racconta anche il rapporto di Olive con suo marito, l’attore Richard Jenkins...
«Richard è sposato con la stessa donna da 45 anni, io con lo stesso uomo da 32: eravamo gli interpreti giusti! Entrambi crediamo nel matrimonio».
Non ha mai pensato di diventare regista?
«Uno in famiglia basta e avanza. Sono più brava come produttrice. E come massaia: ho fatto traslochi, cambiato scuola ai figli, dato cene, so stirare. Tutte queste cose messe sono più impegnative che dirigere un film».
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