Sono gli anni in cui nascono approfondimenti come Tv7 e sceneggiati ispirati ai classici della letteratura, come l'Odissea, I Promessi Sposi, I Fratelli Karamazov. Gli anni in cui vengono realizzate serie come Gli Atti degli Apostoli per la regia di Roberto Rossellini, il Mosè, Gesù di Nazareth firmato da Franco Zeffirelli. E ancora gli anni in cui il il maestro Alberto Manzi insegna a leggere e scrivere a un'Italia che nel 1960 contava ancora il 35% degli analfabeti. «Ricordo la difficoltà - raccontava Bernabei - perché mi trovai davanti a professionisti e venerabili dirigenti, ben più grandi di me, che erano lì 'prestatì dalla radio e in carica addirittura dagli anni Trenta. Oggi si parla facilmente di 'rottamazionè, ma quelli erano indeformabili e inamovibili». Tra le prime decisioni, Enzo Biagi a dirigere il telegiornale. «Se ne andò dopo un pò perché, mi disse, fare le cose con il bilancino del farmacista non era il suo mestiere». Mel 1974, lasciata la direzione generale della Rai, Bernabei va a dirigere l'Italstat, una finanziaria a partecipazione statale specializzata nella progettazione e costruzione di grandi infrastrutture ed opere di ingegneria civile. Altro passaggio cruciale della sua lunga attività, nel 1992, la creazione della società di produzione Lux Vide, che realizza importanti fiction anche in coproduzione con paesi europei e con gli Stati Uniti. Colossale il progetto Bibbia, 21 prime serate prodotte fra il 1994 e il 2002 per Rai1, vendute in 140 Paesi, in grado di coniugare rilevanza culturale, valore artistico e grande appeal popolare. Un successo seguito da grandi coproduzioni internazionali e dallo sviluppo della lunga e media serialità, con titoli di straordinaria longevità e successo, come Don Matteo. Pur avendo lasciato il testimone dell'attività di produttore nelle mani dei figli Luca e Matilde, Bernabei continuava ad appassionarsi quando parlava della Rai.
«Oggi ci si entusiasma per il web, per Google o Amazon.
Ma la tv pubblica - diceva - è rimasta l'unica difesa dei cittadini. Se non si usa il cervello, se i bambini a scuola usano solo il computer e smettono di studiare la tavola pitagorica, si finirà in mano a ciò che raccontano i motori di ricerca e non si saprà più scegliere tra vero e falso, giusto e iniquo, che sulla rete sono tutti sullo stesso piano. La tv pubblica, invece, come i giornali o i libri, può ancora raccontare un'azione come delittuosa o benefica, aiutare a decidere cosa fare della propria vita e non finire tutti come polli in batteria. Può ancora salvare l'umanità».
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