Dario Argento difende la figlia Asia e accusa Weinstein, ma poi fa retromarcia

Dario Argento difende la figlia Asia e accusa Weinstein, ma poi fa retromarcia
3 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Settembre 2018, 16:21 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 12:32

Dario Argento accusa Harvey Weinstein di aver pagato il giovane Bennett per vendetta contro Asia, ma poi corregge il tiro: «Ho risposto senza rifletterci. Non lo penso realmente e non ho alcune notizia o informazione sul fatto che Weinstein abbia pagato Jimmy Bennett per vendicarsi. Non avevo alcuna intenzione di lanciare accuse contro di lui». 

LEGGI ANCHE Jimmy Bennett ospite da Giletti: «Asia Argento mi ha violentato»

Dopo le dichiarazioni a Un giorno da pecora, il regista di Suspiria e Profondo Rosso ritratta con una dichiarazione all'ANSA: «Sono state dichiarazioni rese al telefono in diretta nel corso della trasmissione umoristica. Rispondendo a una domanda, è stata la prima cosa che mi è venuta in mente», dice, rinunciando a parlare di una «vendetta» dell'ex boss di Miramax contro la figlia Asia. Dopo Dario anche Asia oggi è tornata in pista rompendo per la prima volta il silenzio sul lutto che l'ha colpita col suicidio del partner Anthony Bourdain: «Un vuoto incolmabile». Parlando con la tv del britannico Daily Mail, che domani manderà in onda spezzoni relativi allo scandalo Bennett, l'attrice, testimonial del #MeToo prima di essere accusata dal giovane di molestie quando lui era minorenne, è scoppiata in lacrime davanti alle telecamere. 

«All'inizio, dopo il suicidio, ero arrabbiata con lui. Aveva abbandonato me e i miei figli», ha detto Asia: «Poi questa rabbia è stata sostituita dalla perdita, da un vuoto incolmabile». Argento e Bourdain erano stati insieme per due anni prima del suicidio dello chef lo scorso giugno in un hotel francese. Sarebbe stato Bourdain a decidere di pagare Bennett per mettere a tacere il ragazzo che minacciava la compagna di un'azione legale. L'intervista di Massimo Giletti a Bennett, intanto, è rimbalzata oltre Atlantico: «L'accusatore è stato ridicolizzato sulla tv italiana», ha scritto il Daily Beast citando Giletti che dice al giovane, a proposito di un selfie della coppia scattato «dopo il fatto»: «Non mi sembri affatto traumatizzato. Non mi sembri uno che ha paura». 

 

 


E sempre oltreoceano, dove il movimento Timès Up si è mobilitato a favore di Christine Blaise Ford, la donna che accusa il giudice alla Corte Suprema designato Brett Kavanaugh di tentato stupro quando erano entrambi teen-ager, sta per avviarsi a conclusione il primo processo penale dell'era #MeToo. È iniziata infatti l'udienza per decidere la pena nei confronti Bill Cosby, l'81enne ex «papà buono» della tv Usa riconosciuto colpevole lo scorso aprile di aggressione sessuale nel 2004 nei confronti di una giovane donna, Andrea Constand. Cosby rischia di morire in carcere con addosso l'etichetta di «predatore sessuale violento». La pena richiesta è fino a 30 anni di prigione.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA