«Io per primo lavorerò duro perché - aggiunge il cantautore - questa parte abbia la stessa caratura e la stessa rilevanza del Sanremo di febbraio, al quale approderanno i vincitori delle due serate di dicembre. Credo che la concomitanza con la gara dei Big finisca sempre per togliere luce ai giovani». Baglioni tiene però a precisare che il Sanremo dei giovani «non sarà un talent che si aggiunge a quelli che già ci sono in tv. Non speriamo di pescare un talento tra migliaia di ragazzi che tentano la sorte: selezioneremo talenti veri tra veri talenti. Tutti giovani sì, ma tutti bravi. Non ci saranno cover da eseguire né sfide a eliminazione. Sarà un vero "contest": un concorso, riservato a chi ha già una sua identità artistica e un minimo di esperienza discografica».
Baglioni ripercorre poi le tappe della sua carriera: «Nel 1966, con i primi soldi che guadagnai, mille lire per essermi esibito in un cineteatro di quartiere che faceva avanspettacolo, invitai i miei genitori in pizzeria dopo lo show ma i soldi non bastarono e mio padre dovette mettere la differenza». Parlando poi dello spettacolo che porterà in giro per l’Italia Baglioni anticipa: «Ho cercato di riprodurre visioni ed emozioni che hanno ispirato le mie canzoni quando le scrissi. In questo ho trovato grande appoggio nel regista e coreografo Giuliano Peparini».
© RIPRODUZIONE RISERVATA