Castellitto: «Io Rocco Chinnici, l'eroe che sfidò la mafia»

Sergio Castellitto interpreta Rocco Chinnici
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Martedì 16 Gennaio 2018, 22:57 - Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 14:09
Il 29 luglio 1983 la mafia, con un'autobomba in via Pipitone Federico a Palermo, massacra il giudice Rocco Chinnici, gli uomini della sua scorta e il portiere del palazzo dove il magistrato viveva. «È così lieve il tuo bacio sulla fronte» è il libro (Mondadori) scritto dalla figlia Caterina Chinnici ed è il film che vede dietro la macchina da presa Michele Soavi e che Rai1 trasmette martedì 23 gennaio in prima serata. Protagonista Sergio Castellitto che presta volto e anima, senza sbavature e retorica, al giudice che sfidò la mafia e i poteri collusi con la criminalità e concepì l'idea del pool antimafia.

La figlia è interpretata da Cristiana Dell'Anna (Patrizia in Gomorra 2 e 3). Il film tv è una produzione dal grande valore civile firmata da Rai Fiction e Casanova Multimedia di Luca Barbareschi che ha fortemente voluto realizzare questo progetto. «Mi ha convinto la sua passione - spiega Caterina Chinnici - ho capito quanto Luca credesse a questo film. E quando l'ho visto è stato come se mio padre fosse tornato in vita, per questo tengo a ringraziare, oltre a Barbareschi, la Rai, Castellitto che ha reso di papà una interpretazione commovente e Cristiana che mi ha rappresentato con tanta passione». In una scena molto toccante si vede Chinnici rispondere al telefono di casa: gli comunicano che «Dalla Chiesa è appena stato ucciso». Poi padre e figli si stringono in un abbraccio: «Papà sapeva che il prossimo sarebbe stato lui, non aveva paura, solo consapevolezza», dice Caterina Chinnici. Castellitto replica: «Rocco Chinnici è stato non solo solo uomo delle istituzioni, ma un padre esemplare, era anche rappresentante di classe alla scuola dei figli e non si perdeva un consiglio, amico, confidente. Era un uomo che parlava poco, si alzava la mattina alle quattro, teneva la porta aperta aspettando di svegliare i figli, preparava loro il caffè, poi alle 8 era in ufficio». «C'è un prima e un dopo Chinnici nel modus operandi della magistratura». Ma, tiene a dire ancora Castellitto, «raccontiamo anche la figura di un uomo che amava confrontarsi con i giovani nelle scuole». Prima di Chinnici, aggiunge Barbareschi, «non c'era grande eco sulla stampa, in tv, lavoravano in grande riservatezza. Rocco era un eroe solitario». E ancora: «Sono orgoglioso, perché Caterina è riuscita a trasformare la sua sofferenza in forza, diventando magistrato come suo padre e arrivando a ricoprire una carica di stato importante (deputato presso il Parlamento europeo e componente della commissione per le Libertà civili, Giustizia e Affari Interni)». Il tv movie ripercorre la vita personale e professionale del magistrato. Si inizia da quando Chinnici era solo un giovane entrato nella magistratura italiana nel 1952, fino all'attentato in cui trovò la morte, il 29 luglio 1983. Compaiono anche Paolo Borsellino (Bernardo Casertano) e Giovanni Falcone (Paolo Giangrasso). Insieme prendono consapevolezza dei rischi che dovranno affrontare. Manuela Ventura, attrice catanese, ha il ruolo della moglie di Chinnici. Per Rocco, Borsellino e Falcone erano degli amici.

Con loro e con gli altri magistrati del pool mise in cantiere le indagini dei più grossi processi per mafia degli anni Ottanta: primo fra tutti il processo dei 162, embrione del maxi-processo che verrà celebrato dopo la sua morte.
Il film narra la vita professionale di Chinnici, ma anche il romanzo di formazione di Caterina Chinnici, giovane donna del sud che negli anni '70, quando la mafia commetteva efferati delitti come quello di Piersanti Mattarella, Cesare Terranova, Gaetano Costa, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, decide di diventare magistrato come suo padre. Una mattina calda e piena di luce, Chinnici saluta la moglie Tina e due dei suoi figli prima di andare in tribunale. Al portone del palazzo, la sua scorta lo attende. Pochi secondi dopo un boato esplode in strada. Appresa la notizia della morte del padre, Caterina, anche lei magistrato, che non era in casa, si rifugia a San Ciro, la casa di campagna di famiglia. Ha bisogno di stare da sola per fare chiarezza: deve decidere se accettare la prima indagine di mafia che le è stata assegnata. Mentre si aggira nei luoghi tanto cari al padre riaffiorano i ricordi...
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