Briatore torna su Sky con The Apprentice: ai giovani di oggi manca la rabbia

Flavio Briatore
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Martedì 17 Dicembre 2013, 15:02 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 21:09
Dal nostro inviato Niki Barbati

Da piccolo ho fatto la comparsa in un film, dovevo partecipare al funerale di Tognazzi.

Flavio Briatore torna in tv, su Sky Uno dal 17 gennaio, con la seconda edizione di “The Apprentice”

il business talent che mette in palio un anno di lavoro manageriale con un cachet milionario

L’imprenditore parla del nuovo impegno, dei giovani di oggi e si racconta tra carriera e privato

«Io, un giudice ribelle»





Fui messo in fondo a tutti. Non mi piaceva essere l’ultimo, volevo essere il primo. E voglio esserlo». Scarpe da tennis, pantaloncino corto, maglietta estiva, via gli occhiali azzurri: è un Flavio Briatore versione casual quello che parla del nuovo impegno televisivo con The Apprentice, il talent sul mondo del business in cui lui è il boss burbero che dal 17 gennaio sarà in onda per dieci venerdì su Sky Uno.



Che necessità ha Briatore di tornare in tv?

«Nessuna e non volevo farlo, avevo già rifiutato l’offerta di Tf1 e di Mediaset. Se sono qui è colpa di Lucio Presta, pensavo fosse una stupidaggine, poi ho parlato con Trump (che ha guidato l’edizione americana) e mi ha convinto che era una cosa semplice, easy»



E lo era?

«Nessuno conosceva il format, siamo partiti tra mille difficoltà senza sapere come il pubblico lo avrebbe accolto. Poi la prima edizione è andata bene e mi hanno rivoluto. Ho chiesto solo candidati più qualificati per non trovarmi di nuovo a dover fare fuori Aba, interessata solo a cantare e che infatti è arrivata in finale a X Factor».



Per parlare di televisione Briatore ha ospitato i giornalisti nella sua ultima creazione, il resort Billionaire di Malindi, in cui tra guerrieri masai addetti alla sicurezza e ospiti, si aggira il vincitore della prima edizione, Francesco Menegazzo, che con il talent si è aggiudicato un contratto a sei cifre come supervisore del resort.

«È la dimostrazione che non c’è nulla di finto, devo selezionare tra i manager rampanti quello con cui lavorerò per un anno. Ovvio che scelgo il migliore. Ma questi giovani sono diversi da me, alla loro età ero più incazzato. È una generazione ma priva di rabbia. Cercherò di tirargliela fuori».



Come giudice non è tenero, come le avrebbe risposto il Briatore ventenne?

«Ci avrei litigato, poi però mi sarei dato da fare. Ecco, i ragazzi perdono un sacco di tempo in chiacchiere. Mi ricordano i politici che parlano, parlano e parlano e pensano solo a conservare la poltrona».



Che fa, si butta in politica?

«Mai, è un campo dove non puoi incidere, prendiamo l’alluvione in Sardegna. Letta è andato a Olbia con tante belle parole, poi non ha fatto nulla. Io ho aperto una sottoscrizione tra gli amici del Billionaire per ricomprare almeno gli elettrodomestici a quelle persone. In 10 giorni ho distribuito 80 mila euro. E poi in politica non potrei licenziare nessuno...»



Almeno un pensierino alla candidatura...

«Mi è piaciuto che alle primarie del Pd abbiano partecipato tre giovani, spero facciano bene. Io comunque non voto, tanto chiunque vinca non cambia nulla, guarda Grillo che sbraita mentre i suoi pensano solo ai buoni pasto. E poi, essendo residente all’estero dovrei votare per corrispondenza, solo che l’ultima volta la scheda mi è arrivata 20 giorni dopo, ecco, questa è l’Italia».



Chi è il vero Briatore?

«Un imprenditore. Non ho una dinastia da portare avanti, l’unica passione è vincere».



Il sospetto è che il boss abbia accettato la sfida tv per togliersi l’etichetta di sciupafemmine e di gestore di nightclub.

«Ok, gestivo un locale, ma quando ho detto che chiudevo il Billionaire in Sardegna la notizia è stata sulle prime pagine per giorni... Quel night ha un nome che fa incazzare la gente, la mia unica colpa è sapere cosa vuole il ricco e saperlo accontentare».



In un periodo di crisi un programma che mette in palio un posto di lavoro con stipendio a sei cifre non è proprio il massimo da vedere per chi non arriva a fine mese...

«Intendiamoci bene: non regaliamo nulla, diamo la possibilità ai manager di sfidarsi e di emergere»



Un’ultima curiosità, cosa vuole il ricco?

«Un posto dove stare scalzo 10 giorni».
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